Ti guardavo che mi raccontavi te stessa
In quelle rare notti che minacciavano dall’alto
Di dividere ciò che il nulla non poteva
E ti ricordo tra le mie mani
Quando ancora potevo sfiorarti
E sognarti con me ovunque
Meravigliosa eri
Di raggi cosparsa
E di rose profumata
Quando ancora potevo sfiorarti
E sognarti con me ovunque
Finì la primavera
Le stelle in cielo si spensero
Una dopo l’altra d’addii cantarono
E a sentire quel dolce suono mi persi
A volte penso di dover tornare
Donarmi di nuovo a te
Ma la notte la sento così scura
Che fuggire sarebbe oblio
Una -p o e s i a- . Bella.
sandra
Bellissima..
Grazia
“a volte penso di dover tornare…”
è il dubbio che spesso ci assale.
se sia giusto rivangare ciò che è passato o custodirne il ricordo…
nessuno conosce la risposta.
quisque faber fortunae suae, ognuno, quindi può rispondere solo di sè.
mi piace questa lirica sospesa a metà, mi piace ricordare, mi piace l’atmosfera descritta.
anna
Molto amaro questo rimpianto…
Delicata, malinconica, un tenero ricordo velato di rimpianto.
Bravo.
Katia