Odiava la notte. Non appena si stendeva sul letto, gli piombava addosso tutto il peso del passato. Si sentiva incollato e spalmato sul materasso, come burro sciolto sul pane caldo. Chiudendo gli occhi, vedeva solo immagini che avrebbe voluto solo dimenticare, cancellare, strappare dalla sua mente come vecchie foto ingiallite. Invece, ecco che si presentavano nuovamente e l’avrebbero fatto ancora e ancora, finché il tormento non l’avrebbe condotto alla disperazione. Lentamente, cercava di girare la testa per scacciarle, ma a ogni movimento corrispondeva un ricordo più doloroso del precedente. Quanti errori e rimorsi aveva accumulato nel corso di quarantadue anni? Tanti, troppi da sopportare per un uomo solo. Aveva raggiunto il limite… Una lacrima gli scese lungo la guancia, ferendolo come la lama di un coltello. Forse, la morte poteva essere l’unico rimedio, l’unica soluzione per non essere più schiavo dei suoi pensieri. Ma lui era un codardo ed era escluso che si suicidasse, perciò non gli restava altro che convivere con tutto questo… Le tenebre stavano sbiadendo in una tenue luce color acciaio, mentre gli uccelli parevano salutare un nuovo giorno. Possibile fosse già l’alba? Incredulo, si alzò e uscì in balcone. Il sole si stava ergendo da una spessa coltre di nubi, avvolgendo la Terra in un dolce abbraccio, mentre i suoi figli, i raggi, tingevano ogni cosa di un caldo corallo. Sotto quella luce, tutto era diverso, più bello. Inspirò profondamente e l’aria, ancora fresca e frizzante, solleticò i suoi polmoni, facendolo sorridere come non aveva mai fatto. Come aveva potuto dimenticare tutto questo? Come aveva potuto pensare che tutto quel che riguardava la sua quotidianità gli fosse dovuto? La luce, più decisa, incontrò le sue labbra e lo baciò, purificandolo dalle tenebre. Incredibilmente, sentì il cuore leggero come un fringuello e gonfio di un sentimento non esprimibile a parole. Felice di poter osservare la città che, pigramente, si animava, si rese conto di essere perdutamente innamorato della vita.

 

8 pensiero su “Out of the Sunrise”
  1. Colgo l’occasione per ringraziarti della lettura del mio blog che io chiamo della rinascita… trascorso un periodo di crisi esistenziale ora posso sperare nel domani, grazie mille per il tuo sostegno, un grazie sentito con il cuore.
    chiaraguid

  2. Cara Laura, il tuo lavoro mi riporta ad un pensiero che ho fatto proprio stasera: per cambiare, perchè qualcosa si trasformi è necessario accettare la morte, il termine di qualcos’altro… bello o brutto che sia…

    mi piace pensare che quell’uomo ci sia riuscito, magari con l’aiuto di qualche raggio di sole…

    per cambiare ancora dovrà accettare che ritorni il buio… e così per sempre…

    mi è piaciuto molto il tuo scritto…
    ciao!
    f.

  3. Per quanto riguarda il tuo scritto è bello e molto incalzante, l’ho letto tutto d’un fiato.
    Con stima e simpatia
    chiara

  4. Un testo pieno di speranza che ripropone il tema della vittoria della luce sulle tenebre e per traslato, del bene sul male.
    Una soluzione positiva al dramma dell’uomo che decide di affrontare la fatica di vivere la vita in tutte le sue sfaccettature.
    Condivido il pensiero di Frank: la contrapposizione, il contrasto, dà il senso alla realtà.
    Ciao
    anna

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