Conosco le note, le frequenze,
le stoffe rasate della tua anima.
Conosco la polvere, il bianco e nero, i topi, la nausea;
il sopravvivere.
Conosco, vigliaccamente,
più te che me.
Conosco la rabbia, il perdono, l’ultima fuga
in quei mondi paralleli,
sabbia e rocce esposte ad un sole cocente.
Conosco i cristalli, le ferite,
il sangue che non può fermarsi,
se non per l’ultima supplica:
amare ancora.
Mi diverte molto immaginare facce che della poesia ne hanno fatto un’utopia, nel momento in cui scoprono che la poesia esiste realmente…
E ancora cercarsi… nella conoscenza!
Colpiscono l’anima le tue parole, così profonde,
così vicine.
Ciao Enya 🙂