Percorro il viale, distratto.
Alcune foglie vengono spostate dal vento
prima ch’io possa calpestarle.
Echeggiano a me grida e risate di bimbi,
da oltre il muro della scuola.
Rami di Glicini sfiorano i miei pochi capelli.
Rondini si rincorrono a bassa quota in strabilianti traiettorie.
L’aria riprende sapore, coscienze vive ma calme.
Sembra che la vita abbia sussulti.
Quasi tremolante mi siedo su questa panchina.
Il passato scorre veloce nella mente,
scompattato in molteplici immagini.
Le mani al volto fermano un momento, un fotogramma.
Gli occhi si preparano all’ennesima umidità.
I cancelli si aprono di colpo e…
una miriade di bimbi corre festosa verso di me.
Mi alzo quasi di scatto, a braccia aperte.
Un palla… solo una palla.
Beh… devo dire che il forte contrasto tra la accurata e minuziosa descrizione del contesto e del sentimento e l’infausta inutilità dell’essere di fronte a quella… tragica palla… è davvero geniale!
Anche il titolo, da contrappasso al tutto!
Bravo laerte! Stavolta mi sei piaciuto!
f.
Thanks frank…