Libero aprì gli occhi risvegliato da un profumo buono che sapeva di dolci e di caffèllatte. Un profumo che era caldo, che sapeva di casa, di famiglia, di felicità semplice e gli ricordava sua madre che, sempre in piedi presto la mattina, lo risvegliava con un pezzo di ciambella o con i biscotti che lei stessa preparava.

Valeriè entrò leggera nella stanza con la sua vestaglia di seta nera e le pantofole che attutivano i passi sul marmo freddo, chinandosi lo baciò sulla fronte e le offrì uno splendido sorriso e un vassoio ricco di una fragrante colazione.

“Bonjour cherì, voilà le petit déjeuner!”

Liberò la guardò come un angelo, e le sorrise pieno di commossa gratitudine senza riuscire a dire niente. Era una donna che sapeva dare e darsi senza timore, senza trattenere niente per sé e nel dare trovava la sua felicità, il suo scopo, la vita.

Libero mangiò quelle crêpes fatte a mano ebbro di serenità, felice come un bambino. Da quanto tempo qualcuno non preparava qualcosa per lui con le sue mani? Non se lo ricordava più!

La bella francese si infilò nel letto e rimase a guardarlo in silenzio avvicinandosi a lui per sentire il suo calore e il contatto con la sua pelle.

“L’amore più bello è quello che ancora non abbiamo amato”, ruppe il silenzio Valeriè.

Affondato! Libero, si irrigidì e rimase a guardare il soffitto e il lampadario di Ikea che pendeva sul letto. Forse era proprio tutto in quella frase. Quell’angelo con l’accento francese e i capelli biondi che ora era al suo fianco forse in poche ore era entrato nel suo cuore e nelle sue più recondite paure. Quegli occhi color miele avevano penetrato i suoi con pochi sguardi.

Libero, ragazzo mio, da quando hai perso la fiducia nel futuro, quell’incrollabile fiducia che domani sarà sempre meglio? Libero, ragazzo mio, chi ti ha rubato la vita? Libero, dov’è quell’insaziabile fame che ci porta instancabilmente a cercare? Dov’è quell’inestinguibile curiosità che ci spinge sempre oltre le colonne d’Ercole? Dov’è quell’incosciente coraggio che ci porta a superare la linea d’ombra del futuro ignoto? Libero s’era arenato da un pezzo sulle secche del passato e si stava spegnendo lentamente. Ma l’alta marea forse l’avrebbe salvato…

“Il posto più bello è quello che non abbiamo ancora visto…” continuò Valeriè cingendolo con un braccio. Libero tornò in sé e si girò a guardarla. Ora gli sembrava tutto più chiaro e Valeriè era bella come un’apparizione!

“Il bacio più bello è quello che ancora non abbiamo dato…” e quest’ultime parole di Valeriè le morirono in bocca mentre Libero la baciava con la voglia e il trasporto di chi sta per dare il bacio più bello della sua vita alla donna più bella…

 

6 commenti su “Risveglio”
  1. Romantico risveglio… inizio ad invidiare Libero.
    Bel racconto pieno di dolcezza e voglia di ritrovare la sicurezza perduta. L’amore ci aiuta a ritrovarla, sono pienamente d’accordo con te!
    Raf

  2. “L’amore più bello è quello che ancora non abbiamo amato”
    questo verso è superbo, meraviglioso beati libero e Valeriè che hanno trovato il vero amore,
    stupendo risveglio dopo una notte insonne.
    Ciao chiara

  3. Ritrovare la fiducia nel mondo, dopo un grande dolore, non è facile, ma l’amore può tutto. Bel racconto, bravo. Ciao da Betta

  4. Molto bello! Come nelle fiabe il bacio interruppe il sonno e ridiede la vita… qui è una lei a farlo, segno dei tempi che cambiano!
    Complimenti!
    rosatea.

  5. Quando si ama, si comincia a sognare al risveglio.
    Tenero racconto, scritto da un animo romantico.
    Complimenti.
    Nico.C

  6. Un bel racconto, un bel ritorno alla vita e a se stessi.
    Complimenti per come ti sei destreggiato nella narrazione e per il crescendo finale.
    anna

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