La mia Vita ha l’equivalente simbolico nel gattonare.
Furtivamente mi accampo sempre lontana dal mio nido,
per negoziare con ogni uomo che incontro il gran ritorno.
Eppure l’indicatore romantico
mi spiffera continuamente idee, curiosità, comunicazioni:
qualcosa di disinvolto
che potrebbe conciliarmi al Mondo, al tutto…
Ma non c’è verso, nessuna speme.
L’unico equilibrio che so sostenere
è l’Aurea Mediocritas di chi non ha Pace.
…forse, la continua ricerca, il girovagare zingaresco, l’inquietudine della testa e dell’anima, sono essi stessi vita e il respiro della medesima; una condanna e la libertà di appartenere a se stessi.
Cinque stelle.
sandra
Apprezzo la tua capacità di essere sempre chiara ed incisiva, raggiungendo con i tuoi versi il nocciolo di ogni questione, la sorgente del sentire e della motivazione dell’azione.
Chiarissima la ricerca e la curiosità, la disponibilità e la speranza innocente ed ingenua cui segue la certezza dell’essere “compos sui” che solo chi è mosso dall’onestà può rivendicare.
Mi piace quel riferimento al modo di intendere l’Aurea Mediocritas che se non dà pace, almeno garantisce dignità.
Il che non è poco in un mondo in cui, se tutto non si può avere, almeno si può scegliere che non tutto si deve vendere.
Ciao
anna
5 stelle
La condizione umana nel senso dell’irrimediabile e dello smacco fa precipitare le intenzioni verso il sopruso, la contraffazione, i palliativi e tutti quei sostituti della potenza, dei –sono arrivata-, dei record.
Oggi è importante l’involucro, il cosiddetto packaging.
Difatti si è lavorato e studiato per costruire e definire le più belle apparenze nel mondo.
Ma chi allunga una mano e guarda davvero, (oltre), non ci mette troppo tempo ad accorgersi che sotto un involucro bellissimo spesso non c’è niente: magari vuoto, depravazione, desolazione.
Ebbene sì, questa è la mia Aurea Mediocritas, l’eredità del mio sogno di bambina e poi donna.
L’umiltà nel rapporto con “l’altro” ; un’ambizione ricercata che richiede soprattutto rinuncia.
E richiama quasi sempre inquietudine e sconfitta.
Ringrazio le due maestranze, buona serata,
Greta
Leggo e rileggo e la rileggerò in futuro… 5 stelle!
Gentilissima Greta,
tra tutti gli appellativi che nella vita mi sono sentita dare, ti confesso che “maestranza” non me lo aveva detto nessuno.
Comunque non sono a libro paga di nessuno.
Rientro nella categoria “liberi imprenditori”.
Un sorriso
anna
Ops! -Maestranze- mi pareva il termine più azzeccato (e moderato)…
Libro paga? Cos’è una congerie di letterature moderne?
Mi scuso con Anna, sono talmente lillipuziana che non posso che rientrare nella categoria “spiriti liberi”.
E invisibili.
Ricambio il sorriso
Greta
…no, no…
niente di che ….
Ma “maestranza” è un termine antico che identificava soprattutto in epoca medievale quel complesso di operai abili che si distinguevano dai garzoni/apprendisti ed erano alle dipendenze di un maestro nell’arte che esercitavano.
Come se pensassimo alla gente che lavorava nelle botteghe d’antan.
Io credo che in questa sede, ma anche in molte altre, siamo tutti alla pari e ci diamo da fare per fare il nostro meglio seguendo percorsi squisitamente “nostri”.
Un po’ come se ci dessimo tutti all’ “intrapresa”, cioè all’ “impresa”, ad un qualcosa senza prezzo, caratterizzata dall’audacia e dall’eroismo di affrontare il viaggio nuovo e meraviglioso nel mondo della Fantasia, liberi tutti dalla costrizione del farlo, spinti solo dal desiderio di volare.
Questo rivendicavo, perchè il pensiero non è mai lillipuziano e sicuramente chi ad esso si dedica è un gigante, indipendentemente dalla realtà contingente.
In te, poi, non vedo alcunchè di lillipuziano.
Libera sì, invisibile non mi pare.
… e quando voli alto sulle teste di tutti, pure bravissima.
Ciao
anna