Nessuno in casa

in questa Domenica

di catrame

 

Con le stanze vuote

che si riempiono

del mio silenzio

 

Queste poche righe

escono con il respiro

e con il battito del cuore

 

Così che

per un altro minuto

un’altra mezz’ora

un’altra ora

sconfiggo il nulla

 

Più tardi sarò nella notte

con altri vecchi diavoli

che come me

non hanno sogni

in questo sonno

che non c’è

 

Per un po’ dimenticheremo

cosa siamo

da dove veniamo

e dove stiamo andando

 

5 pensiero su “Domenica”
  1. Caro Andrea, ascolto una poesia che vola verso un pessimismo assoluto. Credo che scrivere sia un volo sempre stupendo anche se canta tristezza, delusione e malinconia. Chi possiede questo “dono”, credo che dovrebbe guardare la domenica ed ogni altro giorno con occhi diversi, anche perché la vita é pur sempre stupenda, fidati.
    Sandra

  2. Mi è piaciuto la domenica in maiuscolo! Perché gli conferisce quel senso di ‘antico’ che ancora ci ricorda, riferito alle canzoni, al tempo delle cose fatte per bene. Un’aria fumogena, nella poesia, un terreno sospeso e l’avventura della notte, il nero tetro e vaga idea di respirare concretezza, umanità; la riflessione, questo poi mi colpisce il nostro essere. Ciao.

  3. Un bel modo di rendere la solitudine domenicale.
    Mi piace quel vischioso modo di rappresentarla, come una sensazione appiccicosa che non si riesce a scrollare di dosso.
    E mi piacciono anche quei poveri diavoli che condividono il tempo che scivola via e lascia solo vuoto.
    Bravo
    5 stelle
    anna

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