Nessuno in casa
in questa Domenica
di catrame
Con le stanze vuote
che si riempiono
del mio silenzio
Queste poche righe
escono con il respiro
e con il battito del cuore
Così che
per un altro minuto
un’altra mezz’ora
un’altra ora
sconfiggo il nulla
Più tardi sarò nella notte
con altri vecchi diavoli
che come me
non hanno sogni
in questo sonno
che non c’è
Per un po’ dimenticheremo
cosa siamo
da dove veniamo
e dove stiamo andando
Caro Andrea, ascolto una poesia che vola verso un pessimismo assoluto. Credo che scrivere sia un volo sempre stupendo anche se canta tristezza, delusione e malinconia. Chi possiede questo “dono”, credo che dovrebbe guardare la domenica ed ogni altro giorno con occhi diversi, anche perché la vita é pur sempre stupenda, fidati.
Sandra
Mi è piaciuto la domenica in maiuscolo! Perché gli conferisce quel senso di ‘antico’ che ancora ci ricorda, riferito alle canzoni, al tempo delle cose fatte per bene. Un’aria fumogena, nella poesia, un terreno sospeso e l’avventura della notte, il nero tetro e vaga idea di respirare concretezza, umanità; la riflessione, questo poi mi colpisce il nostro essere. Ciao.
Un bel modo di rendere la solitudine domenicale.
Mi piace quel vischioso modo di rappresentarla, come una sensazione appiccicosa che non si riesce a scrollare di dosso.
E mi piacciono anche quei poveri diavoli che condividono il tempo che scivola via e lascia solo vuoto.
Bravo
5 stelle
anna
Triste, un pò amara, ma molto bella.Complimenti. Ciao da Betta
Grazie a tutte voi per la lettura ed i commenti.
ciao
Andrea