Telelombardia

Dal bagno aperto proveniva lo sciacquettìo di Valeriè che si rilassava in vasca, interrotto di tanto in tanto dalla sua voce che intonava strofe della Vie en rose.
Libero accese la tv e fece un po’ di zapping tra il palinsesto mattinale della domenica. La sua attenzione fu attirata da un servizio del tg di Telelombardia.
Parlavano di una giovane donna di trentaquattro anni che era sta trovata morta assiderata sotto un lampione proprio di fronte a casa sua. Sul suo corpo non c’erano segni di violenza e niente poteva far pensare ad una rapina o ad uno stupro. Era un mistero. Le autorità avrebbero indagato in tutte le direzioni poiché ogni via era possibile.
In sovrimpressione i giornalisti avevano mandato in onda una sua foto che probabilmente lei teneva incorniciata e appesa in casa sua. Raffigurava lei con un mazzo di fiori in mano con la testa cinta da una corona d’alloro. Alla sua destra un bell’uomo alto e fiero sorrideva e l’abbracciava e alla sua sinistra una donna che aveva gli stessi suoi occhi.
Libero la riconobbe subito come la signora dal tailleur gessato con la quale s’era scontrato all’ingresso del Tabacchi. I suoi occhi profondi ridevano nella foto ma il velo di solitudine si riconosceva… Si era specchiato in quella solitudine e le erano rimaste impresse le sue occhiaie, il volto smunto e sofferente, la sua confusione, il suo smarrimento.
Liberò lasciò sfuggire un sospiro sordo dalla mano che gli copriva la bocca per il turbamento e la sorpresa.
“Libero, que se passe-t-il?”, urlò Valeriè dal bagno.
Non avendo nessuna risposta, uscì dalla vasca e accorse.
Liberò singhiozzava.
“E’ morta, Valeriè, s’è lasciata morire per strada e nessuno l’ha vista né aiutata. E’ morta sola, sotto gli occhi di un milione di abitanti…”
“Chi è? La conoscevi?”, chiese la bella francese.
“Sì…”, e le raccontò come.
Valeriè l’abbracciò e Libero fu avvolto da un profumo di bagnoschiuma al cioccolato.
Cercando il suo sguardo le chiese: “Valeriè, che ne sarà di noi?” ed ebbe un po’ di paura.
“Qualsiasi cosa sarà, voglio che sia con te!”, gli rispose e la paura si sciolse sulle loro labbra in un bacio dolce amaro come miele di corbezzolo…

FINE
4 pensiero su “Ultimo episodio di Libero”
  1. Bravissimo.
    Un bell’epilogo per un racconto sofferto.
    Mi piace soprattutto il confronto tra i due personaggi, quello della donna che muore nella sua solitudine e quello di Libero che ritrova la sua libertà/volontà/motivazione di esistere e di essere vivo.
    Quel colpo di reni e di fortuna che gli ha salvato la vita, gli farà apprezzare anche la quotidianità spicciola: niente è mai perso del tutto se si cerca la soluzione.
    Ho molto apprezzato nel progredire del racconto anche il modo di esporre, semplice, lineare, chiaro per tutti.
    Un abbraccio.
    Ciao
    anna

    5 stelle

  2. Alla fine Libero, in terra Lombarda, ha trovato l’Amore e tutta la forza della positività. Meno fortunata é stata la Signora in grigio…
    Spero che Libero sia felice, ma che tenga sempre a mente quegli occhi velati di malinconia, così per ricordare il valore della vita e l’importanza dell’amore.
    Complimenti e l’appuntamento ad altri lavori.
    Cinque stelle da
    Sandra

  3. La morte della signora, rappresenta secondo me, la fine di quella tristezza, di quella solitudine, che ha accompagnato Libero, durante le sue vicissitudini, e lo sgomento di Libero, è lo smarrimento che rimane, quando si chiude un capitolo della nostra vita, che per quanto triste e doloroso, è sempre una parte di noi che se ne va. Bello il racconto, bello il finale, che vede alle spalle il buio, e la luce di un nuovo amore all’orizzonte. Bravo, mi è piaciuto molto. Ciao da Betta

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