Pensavo che il mio cuore fosse un labirinto,
una fortezza inespugnabile.
Pensavo,
fosse accessibile solo a me,
la stanza più segreta,
col patto di non confessarlo,
neppure a me stesso.
Eppure,
in un minuto solo m’hai espugnato.
Senza volerlo.
Senza una parola.
Hai aperto il tuo petto a me,
per poco più di un attimo,
per mostrarmi il cuore tuo trasparente.
Mi accecai di luce…
Il mio labirinto
divenne un alveare
di cera,
che si fonde
al sole d’agosto.
Sei finita dentro di me, Ape Regina,
tutta intera,
nella cella più segreta,
nel favo più protetto
che avevo,
là dove,
chi vi entra,
non vi esce più.
Tuo prigioniero son ora,
nella mia cella,
e tale rimarrò,
mia Gisella.
Ciao Omar bellissima la tua poesia
come va la tua storia, la tua vita, il tuo tormento.
Ciao a presto.
Grazie Paola, anche per l’interesse. Però preferisco non scrivere qui nulla più della vicenda. Se vuoi darmi la tua mail posso dirti qualcosa privatamente. Ciao
Ciao, la mia mail è: ambra.mb2006@libero.it
A presto!
Ciao Omar… la tua poesia è stupenda complimenti… buon lavoro… baci.