Pensavo che il mio cuore fosse un labirinto,

una fortezza inespugnabile.

Pensavo,

fosse accessibile solo a me,

la stanza più segreta,

col patto di non confessarlo,

neppure a me stesso.

Eppure,

in un minuto solo m’hai espugnato.

Senza volerlo.

Senza una parola.

Hai aperto il tuo petto a me,

per poco più di un attimo,

per mostrarmi il cuore tuo trasparente.

Mi accecai di luce…

 

Il mio labirinto

divenne un alveare

di cera,

che si fonde

al sole d’agosto.

Sei finita dentro di me, Ape Regina,

tutta intera,

nella cella più segreta,

nel favo più protetto

che avevo,

là dove,

chi vi entra,

non vi esce più.

Tuo prigioniero son ora,

nella mia cella,

e tale rimarrò,

mia Gisella.

 

4 pensiero su “Ape Regina”
  1. Ciao Omar bellissima la tua poesia
    come va la tua storia, la tua vita, il tuo tormento.
    Ciao a presto.

  2. Grazie Paola, anche per l’interesse. Però preferisco non scrivere qui nulla più della vicenda. Se vuoi darmi la tua mail posso dirti qualcosa privatamente. Ciao

  3. Ciao Omar… la tua poesia è stupenda complimenti… buon lavoro… baci.

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