Fin da bambini la coltiviamo

con il pensiero,

perché innata risiede dentro di noi

questa voglia di metter su casa,

di avere famiglia.

Perché ci crediamo.

I nostri padri e le nostre madri

ce lo insegnano,

ce lo raccontano,

ce lo tramandano.

Così che per far questo

ricerchiamo un buon lavoro

che nobiliti il nostro animo

e ci permetta una vita serena.

E una volta trovato

siamo passeggeri della macchina infernale.

Piccola o grande che sia

la cascata di ingranaggi,

ne facciamo parte

e spesso, in silenzio,

ma sempre con dignità,

subiamo il delirio

dei capitani,

non di quelli coraggiosi,

che conducono i bastimenti

ad arenarsi miseramente

o a naufragare

in acque profondissime.

Solo qualche ufficiale

a loro vicino

ha sempre la scialuppa pronta

mentre per gli altri

solo paura

e famiglie disperate.

Perché l’avidità

viene prima del rispetto

e mortifica l’uomo

senza via di scampo?

 

9 commenti su “Il bastimento”
  1. Quasi un grido disperato che esce come un sussurro, come un lamento, come se l’essere giusti fosse una mancanza, l’essere onesti fosse una colpa…
    Non si capisce, e non l’ho mai capito neanch’io, perchè i capitani coraggiosi vivano solo nei libri e tutti gli altri, veri pirati, infestino i mari dello spirito e della società, navigatori senza scrupoli forse impossibile da debellare, perchè protetti dalla luna del successo e dal sole dell’ingordigia.
    5 stelle per questo sfogo coraggioso e condivisibile.
    Ciao
    anna

  2. Un’attualissima poesia, bella nella sua essenzialità e vera.
    Che ne é del rispetto dell’uomo?
    Immagine, avidità, arrivismo, tutti al servizio del dio quattrino che ha messo parecchi “nudi” sulla passerella della vita. Se solo potessero vedere le loro bruttezze, saprebbero come salvarsi.
    Cinque stelle e un abbraccio.
    sandra

  3. Una bella riflessione sui desideri e le aspirazioni umane troppo spesso tradite o vessate da un sistema che non premia i più meritevoli, affidando il timone alla cupidigia e all’arrivismo dei mediocri. Una poesia che solleva un interrogativo lecito e condivisibile. Già, chissà perchè…
    Con stima
    Katia

  4. Molto attuale e profondamente vera la tua riflessione, l’avidità, la presunzione, sono i mali peggiori che affliggono il genere umano. Bravo, come sempre le tue poesie sono bellissime, è sempre un piacere leggerti. Ti abbraccio con stima. Ciao da Betta

  5. Bella e assolutamente attuale: l’avidità, la presunzione e il vile denaro divorano l’animo dell’umanità lasciandoci alla deriva. Complimenti un saluto Angela.

  6. Tutti siamo alla ricerca della felicità ma sembra che troppi facciano fatica a ricordarsene: perché non collaborare per il bene comune???…
    Con stima, rosatea.

  7. Hai ragione, il denaro e l’avidità rovinano il mondo.
    Complimenti, un saluto Lucia.

  8. Disillusione, rabbia, forse un pizzico di rassegnazione: efficacissima rappresentazione di questa realtà che subiamo anzichè viverla.
    Perchè l’avidità viene prima del rispetto?
    Perchè noi abbiamo permesso che accadesse, e lo permettiamo continuamente, ogni volta che scegliamo un determinato indumento perchè è “firmato” o “alla moda”, o il nuovo modello di cellulare perchè “non si può non essere al passo”…
    Continuerà ad accadere finchè come “piccoli principi” non impareremo che “l’essenziale è invisibile agli occhi: non si vede bene che con il cuore”……. proprio come fai tu, saggio poeta dall’animo “principesco”

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