C’era una volta, un paese dove il sole non splendeva mai e per questo era sempre buio e c’èra tanto freddo.
Un giorno Azzurrina passeggiando con i suoi genitori, vide dei bambini gettare delle monete in un pozzo; Azzurrina chiese alla mamma ed al papà: Perché gettano delle monete lì dentro?
Vedi, bambina mia, questo pozzo si chiama pozzo dei desideri, ognuno che butta una moneta e n’esprime uno, come per miracolo il desiderio si realizza.
Azzurrina: Voglio esprimerlo anch’io.
La mamma: va bene! Tieni la moneta.
Azzurrina lanciò subito la moneta ed espresse il suo desiderio:
Voglio parlare con il sole e chiedergli che venga a splendere anche nel mio Paese.
Non finì neanche di dire queste parole che le spuntarono delle grandi ali dorate.
I suoi genitori non ebbero nemmeno il tempo di accorgersi di cosa stesse succedendo che videro Azzurrina volare via.
Azzurrina invece, capì subito ed appena si trovò vicino alla luna le chiese di poter parlare con il sole perché aveva una cosa importante da dirgli.
La luna rispose: Vedi, il sole è mio marito, non è tanto facile parlare con lui.
E Azzurrina: Ma io ho bisogno di parlargli è una cosa urgentissima, disse in lacrime.
La luna intenerita dalla bambina le disse:
Va bene! Stasera cenerai con noi, così potrai parlargli.
E Azzurrina: Grazie, grazie.
Giunta la sera tornò a casa il sole ed appena entrò vide Azzurrina e subito chiese alla luna con voce tuonante:
E questa bella bambina chi è?
La luna: Si chiama Azzurrina ed ha molto insistito per parlare con te.
Il sole: Dimmi cosa vuoi?
Abito in un paese, dove tu non vieni mai ed io, non posso giocare come gli altri bambini che, come ti vedono brillare, anche solo un pochino, prendono la bici e vanno a fare delle belle passeggiate.
E poi, inoltre il mio paese è sempre buio ed è tutta colpa Tua, che fai finta che non esistiamo.
Il sole: Vedi, piccola, non è semplice come credi, splendere su tutta la terra e forse qualcosa mi è sfuggita.
Azzurrina: allora mi prometti che da domani brillerai anche da noi?
Il sole: Vorrei tanto farlo, ma non posso.
Azzurrina: Perché?
Perché mi devo organizzare e non è una cosa facile, visto che a questo punto possono esserci anche altri paesi come il tuo e non so se ce la farei ad accontentare anche loro; però tu, dammi il nome del tuo paese ed io vedrò cosa posso fare, ma non ti prometto nulla.
Azzurrina, non molto incoraggiata da quelle parole, cenò con la luna ed il sole e conobbe anche le loro figlie, che erano le stelle.
Finita la cena, Azzurrina sentì una forza che la trascinava via, infatti dopo pochi secondi si ritrovò nel posto dove era cominciato tutto.
Ad aspettarla c’èrano i suoi genitori che non ricordavano più nulla di quel che era accaduto, non ricordavano più di aver visto la loro bambina volar via con due belle e grosse ali e neanche Azzurrina ricordava più di essere stata nella casa del sole; così, come se niente fosse accaduto, insieme
se ne tornarono a casa.
Al mattino successivo aprirono la finestra e nel Cielo videro il sole. Solo allora si ricordarono di quel che era accaduto la sera precedente.
D’allora, tutti gli abitanti di quel paese sanno che Azzurrina è una bambina speciale e che è solo grazie a lei che adesso anche in quel luogo splende il sole.
Anche a me piacerebbe parlare col sole…
e invece posso solo guardarlo, quando c’é e ringraziarlo per la sua luce. Una giornata di sole, a volte, riscalda anche il cuore.
Una tenera favola, proprio come te.
Ciao a cinque stelle.
sandra
Complimenti, Lucia davvero una bella favola. Un saluto Angela.
Un bel racconto per la prima infanzia con un bel messaggio positivo: il sole splende innanzitutto dentro di noi; il desiderio di cose buone, le buone speranze e le buone azioni illuminano il mondo.
Brava.
anna
5 stelle
Che dolceee… sai vorrei saper scrivere anche favole così… purtroppo la razionalità mi tormenta… ma ci proverò!
Davvero bella, si legge che è un piacere fino in fondo.
Jo ^___^
Che bella favola, molto dolce, e molto positiva, brava Lucia. Ciao da Betta
Un grazie a tutti per la lettura e per le belle parole, che avete sempre nei miei confronti.
Un abbraccio.
Una bella poesia davvero, si potrebbe ricavare un bel romanzetto da questa piccola idea perchè la “trama” è interessante…!
Grazie Serena per aver letto e apprezzato la mia favola.
Un abbraccio.
E’ una splendida storia, il sole splende sul nostro viso già dal mattino, come uno si guarda allo specchio dovrebbe sorridere da solo e ringraziare chi ci ha creato che vediamo splendere il sole ed è l’inizio di un nuovo giorno.
Grazie anche a te Antonio per le belle parole.
E’ già, bisogna sempre ringraziare Chi ci ha dato la vita.
Una storia molto dolce. Vorrei segnalarti, però, che ci sono parecchi errori di ortografia, a partire dai c’èra (chiaramente l’accento sulla e non è corretto) fino all’interposizione della virgola tra soggetto e verbo.
Hai ragione Roccia in questa favola ci sono molti errori di ortografia, è che quando si scrive al computer spesso si digita velocemente; ecco perché io ogni volta che scrivo qualcosa, lo leggo più di una volta, ma questo racconto quando l’ho inviato mi sono dimenticata che non lo avevo sottoposto a nessun controllo.
Anzi, approfitto per chiedere scusa a te e a tutti i lettori.
Comunque sono contenta che ti sia piaciuta la storia.
Un saluto ed un sorriso Lucia.
E’ vero, hai scritto una favola molto bella e soprattutto con un messaggio altrettanto bello, dolce e positivo. Questo è molto importante perché significa che sei veramente così anche nella vita reale!!! Complimenti!!!
Ciao Giulia,
mamma mia quanti complimenti! Non so se li merito davvero: però mi fa piacere che ti sia piaciuta.
Mille grazie!