E così l’illustratore decise di mettersi al lavoro di buona lena e con tratto veloce e deciso, cominciò ad abbozzare i contorni della figura, con una penna nera assai leggera e dalla punta assai sottile.
Lavorò fino a notte inoltrata… nello studio non si udiva null’altro che il polso ormai nero d’inchiostro, strusciare sulla corposa carta ambrata.
L’illustratore fu soddisfatto soltanto quando l’elfo con un timido sorriso sul volto, cominciò ad osservarlo incuriosito e nonostante fosse passata da molto l’ora di smettere, proprio non riusciva a mettere da parte il disegno.
Plof… un goccio d’acqua cadde nella ciotolina di ceramica, disegnando un cerchio nel pigmento color caramello.
La prima pennellata sfiorò la guancia dell’elfo e questi ne fu così felice che prese a saltellare e danzare con una leggiadria inumana.
“Basta! Sta fermo!”
Ma gli elfi ahimè, sono creature dall’indole un po’ volubile: è bene non contraddirli mai.
Per una buona mezz’ora si andò avanti a saltelli e imprecazioni, imprecazioni e saltelli.
Al che l’illustratore se ne stava guardingo, pronto pure a schivare eventuali ghiande che la dispettosa creatura estraeva dal bel mucchio sulla foglia accanto a se, per scagliarle dall’altra parte del foglio.
Alla fine l’indispettito vecchietto, stanco, sporco e infastidito decise di tentare un’ultima soluzione, minacciando la creaturina di fargli fare una brutta fine se non si fosse calmata.
Così si avvicinò al camino scoppiettante e vi sventolò davanti il foglio pergamenato.
La vista dei tizzoni ardenti impaurì l’elfo, che s’immobilizzò all’istante.
Soddisfatto, l’illustratore tornò al tavolo.
Tac… il pennello rimase pericolosamente in bilico sul bordo della ciotola, cadde e rotolò sul tavolo, lasciando una piccola macchia verde scuro, immediatamente assorbita dal legno.
Intanto fuori, cullato dal vento in viaggio, il bosco inquieto si riposava, e ad un forte aroma di notte, s’intrecciava il sussurrio di straniere ninna nanne.
Il fuoco del camino si era consumato, dei rossi tizzoni non restavano che poche briciole nere, mosse appena da un soffio di vento penetrato da uno spiraglio di finestra aperta, che gelando la rugosa guancia dello sfinito illustratore, lo fece sobbalzare all’istante.
“Chi!… Chi è?!”
Si guardò circospetto intorno.
Poi di scatto si volse ad osservare il lavoro ormai finito, sospirando di sollievo.
L’angolino destro del foglio si muoveva appena e immediatamente lo schiacciò con una mano: con un fruscìo, la carta si piegò all’istante. Quasi fosse tirata da qualcuno.
L’elfo infuriato prese ad urlare, emettendo gemiti inconsulti.
Ma egli senza badarvi affatto, si alzò, prese il disegno con entrambe le mani e lo richiuse in una piccola cartellina di stoffa, la sigillò e poi l’adagiò in un bauletto di legno.
Chiuse per bene anche quello, e ignorandone le scosse e gli strepitii, se ne andò finalmente al letto.
Molto carino. Gli elfi sono creature strane e bizzarre. Un mio amico dice di averne uno da sempre su una spalla, ed ogni mattina impazzisce perchè gli nasconde l’attrezzatura da barba, e per vendetta il mio amico lo sveglia con un petardo….
5st.
sandra
Un racconto molto carino e piacevole da leggere.
Complimenti e 5 stelle.
Racconto piacevole.
Io ho un animo bambino: mi piacciono gli elfi, le fate, gli gnomi brontoloni e sono convinta che talvolta le interazioni tra i nostri mondi non siano poi del tutto casuali.
Un sorriso.
anna
5 s.
Un racconto ben scritto e scorrevole, una piacevole lettura. Brava Josephine, era da un po’ che non ti si vedeva sul sito…
Katia
Grazie a tutte per i commenti e le stelline!
x sandra: ma chi è questo tuo amico??? XD Lo sai che fa bene a credere queste cose??? 😉 …mmm il tuo commnto mi ha ricordato un racconto di S. King che si chiama “La ballata della pallottola flessibile” …non so perchè…
x lucia: grazie mille per il complimento cara!
x anna: hai ragione… anche io credo che certi attimi sfuggenti di incursioni fra i mondi non siano rari… né casuali… 😉
x katia: hai ragione, son stata un pò latente… ma è che la scrittura in me è un bisogno che erompe a tratti… 😉
Hai individuato la ‘ragione’ dello scrivere moderno, la casualità.
Grazie maren!
Mi sa di aver letto questo racconto da qualche altra parte, o sbaglio? Comunque mi è piaciuto molto lo svolgersi della storia, la descrizione dell’ambiente in cui si svolge, ma non il finale.