Amore mio,
da oggi non posso dirti neppure Ciao,
se non davanti a due guardiani.
Ora temo pure di guardarti:
potrebbero accorgersi
di quanto t’amo.
Tu che per me sei
l’aria,
l’acqua,
ogni cosa…
mi sei preclusa del tutto
ora.
Solo dentro di me
esisti,
e mi divoro la carne mia…
Come quell’astronauta
che si sganciò dalla sua navicella
e si perse nel buio infinito
e freddo,
come lui sono,
solo,
e m’allontano sempre più.
Nulla e nessuno può più,
ora.
Urlo urli
che odo solo io,
e Dio.
Che mi resta,
ora?
Riempire il mio casco
di lacrime mie,
al più presto,
per annegarmi da me.
E’ troppo duro amore
vedere il pianeta blu
allontanarsi sempre di più,
con te che stai lì
a guardare in alto gli aquiloni…
Ed io,
un piccolo pupazzo bianco
che si dispera,
mentre
il buio
freddo
m’inghiotte
come un orco.
Ma guarda che bell’immagine hai creato! Davvero originale… l’astornauta… si si, mi piace!
Però non ho capito chi sono i guardiani… 🙁
Ciao Omar che ti è successo? La poesia mi fa pensare che qualcuno ha saputo. Lo so è difficile vivere una storia come questa, tanti auguri.