Amore mio,

da oggi non posso dirti neppure Ciao,

se non davanti a due guardiani.

Ora temo pure di guardarti:

potrebbero accorgersi

di quanto t’amo.

Tu che per me sei

l’aria,

l’acqua,

ogni cosa…

mi sei preclusa del tutto

ora.

Solo dentro di me

esisti,

e mi divoro la carne mia…

 

Come quell’astronauta

che si sganciò dalla sua navicella

e si perse nel buio infinito

e freddo,

come lui sono,

solo,

e m’allontano sempre più.

Nulla e nessuno può più,

ora.

Urlo urli

che odo solo io,

e Dio.

Che mi resta,

ora?

Riempire il mio casco

di lacrime mie,

al più presto,

per annegarmi da me.

E’ troppo duro amore

vedere il pianeta blu

allontanarsi sempre di più,

con te che stai lì

a guardare in alto gli aquiloni…

 

Ed io,

un piccolo pupazzo bianco

che si dispera,

mentre

il buio 

freddo

m’inghiotte

come un orco.

 

2 pensiero su “Come quell’astronauta”
  1. Ma guarda che bell’immagine hai creato! Davvero originale… l’astornauta… si si, mi piace!

    Però non ho capito chi sono i guardiani… 🙁

  2. Ciao Omar che ti è successo? La poesia mi fa pensare che qualcuno ha saputo. Lo so è difficile vivere una storia come questa, tanti auguri.

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