Tracce di te sono dappertutto. Anche fastidiosamente indelebili.
Io svolazzo sull’altalena degli umori. Contenta di aprire il cassettino dei miei ricordi e di riviverli, infastidita da ciò che mi ricorda te, felice di trovare una tua foto, arrabbiata di vedere la tua scrittura su qualcosa che avevo conservato. Con una grandissima voglia di parlare di te e di incontrarti, con il profondo desiderio di dimenticarti e non nominare più il tuo nome.
Sicura che era tutto vero, convinta che era un inganno.
Nessuna sicurezza. Solo uno stramaledettissimo e benedetto legame, che resiste a terremoti e dubbi, che resiste a proiettili e pugnalate, che non sa se è univoco o ricambiato… forse perché <<amore non ricambiato è sempre amore>>. Amore in tutte le sue sfaccettature, in tutti i suoi significati, che in fondo è grande, è bello, è dignitoso, perché nasce per dare e non per ricevere.
Nasce istintivamente, selvaggiamente, irrompente e pronto ad andare oltre ogni barriera e pregiudizio. Già quando ancora amore non si può chiamare. E’ ancora solo una semplice tensione verso l’altro, attrazione per un bel ragazzo o voglia di tendere la mano a chi in quell’istante senti che potrebbe diventare una persona amica. Un alleato. Un confidente. Un protettore. Una guida. Un punto di riferimento. Fa i primi passi e cade. Si fa male e si rafforza. Si solidifica e alla fine esplode: gesti, parole, attenzioni, dichiarazioni, confidenze. Consigli, lacrime, sorrisi, condivisioni. Doni, passeggiate, telefonate. Due corde stringono un nodo.
Succede. Ci è successo. Solo che ora questo nodo si è sciolto. E l’estremità libera della mia corda gironzola dentro il mio cervello e genera perché.
Sembra che siamo tornati ai giorni in cui aspettavamo ancora il big-ban e il nostro affetto era taciuto e nascosto. Anche se evidente. Era privato, era ideale, anche se incredibilmente viscerale. Era quasi temuto. Era illecito. Era sbagliato. Eppure indietro ci siamo tornati consapevoli di averlo visto esplodere e di averlo vissuto, ci siamo tornati con lo sguardo rivolto in direzioni opposte… e la schiena l’una contro l’altra. Ci siamo tornati forse convinti di essere obbligati dal tempo e dai cambiamenti a salutarci… con un inspiegabile addio. Perché con l’addio tutto si perde in un calderone ribollente, quel tutto vissuto che è già cotto e rigettato nel fuoco si carbonizza irrimediabilmente. Quel tutto che così diventa nero e si frantuma. Si polverizza. Sporcando le mani di chi lo sfiora.
E in fondo nulla di candido c’è e potrebbe esserci in te, noi, me… se non siamo capaci di evitare che il sipario tra di noi si chiuda su un inspiegabile addio!
—
Trovai questa storia arrotolata in una verde bottiglia, abbandonata allo sciabordio delle onde. Era la storia di altri, ma era anche la mia e forse è stata, è o sarà anche la vostra.
Perché proprio le emozioni e i sentimenti, quello che l’uomo ha di più privato – che nessuno può togliergli, di cui è artefice e interprete, di cui è carnefice e vittima – è proprio quello che agli altri lo accomuna!
Cara Rita,
di una cosa sono fermamente convinta: certe delusioni e sofferenze dell’anima si possono narrare solo se con esse ci si è consumati o, peggio ancora, ci si sta ancora consumando.
Bisognerebbe proteggersi da certi pensieri, da certi ricordi, da certi gesti, che alimentano solo l’agonia impedendo a quel sipario di calare su di un addio che, seppur inspiegabile, è ormai al centro del palco e svolge un ruolo da protagonista.
Ma come si può “ordinare” al nostro cuore di smettere di amare?
E’ forse lui che decide il ritmo del battito o l’intensità con cui pulsare?
No, non è possibile… è contro natura.
Per te 5 Stelle lasciate col Cuore.
Una bella storia!
Nella chiusa sul messaggio in bottiglia e sull’identificazione con chi racconta di aver vissuto quei sentimenti, c’è il riflettersi di ognuno di noi che cammina nella vita, diverso nell’identità e identico nell’essere persona, perchè “emozioni e sentimenti” rivendicano l’unicità dell’essere uomini.
Ciao
anna
5 stelle
Hai detto una gran bella verità: nessuno può togliere all’uomo emozioni e sentimenti. Finchè continuerà a provarli, potrà chiamarsi Uomo.
Brava, ben scritto e bella storia.
Cinque stelle.
sandra
Grazie. E’ proprio vero, al nostro cuore non si può “ordinare”. Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce. E proprio quello che rende l’Uomo unico è ciò che lo rende universale. Sono contenta del vostro gradimento e dell’aver comunicato chiaramente quello che volevo. Ciao.