Strada.

 

Notte secca di gennaio,

figure lunghe le ombre stagliate al margine di un vicolo.

Voci straniere immerse in un mondo lontano da casa.

 

Tacito è il silenzio intorno,

rompe la calma un fastidioso rombo,

si spezzano le ombre… 

la voce rotta e la paura che muove: di corsa, di CORSA!

 

Le mani ruvide,

“Carezze inverse”,

Cattive,

cercano la paura nello sguardo!

 

Spintoni, cadute:

“Me tirò al suelo”

 

Urla,

Lacrime,

Silenzio!

 

Il battito sordo di un cuore impaurito,

l’unico suono intorno.

 

Una corsa,

Un’altra corsa…

Via

Lontano dal dolore

Lontano da quelle “carezze”…

 

Vicino a CASA!

 

4 pensiero su “Di Corsa”
  1. A volte si pensa che un autore non debba commentare le sue opere, invece a volte può servire per aprire un aspetto critico, intravvedere una linea, una componente di cui si è fieri; ma a parte questo a volte sembra di scorgere troppa intenzionalità nelle opere, come se qualcuno debba rispondere a qualcosa, o come se ci si sforzasse di ‘tenere’ un’immagine; bisogna lasciare andare la poesia, non occluderla o trattenerla, come fosse al guinzaglio.

  2. Bella, molto bella, mi è arrivata al cuore, con tutta la sua disperazione, con tutta la sua forza. Bravissima. Ciao da Betta

  3. Ciao Maren,
    hai ragione sono stata forse troppo criptica, ma è stato fatto consapevolmente. Parlo di un qualcosa forse troppo “intimo”, una vicenda che ha segnato in parte la mia vita. Grazie per il commento,
    un besito!
    🙂

  4. Ciao Betta,
    grazie per il pensiero carino… mi lusinga molto!
    Un besito!

    🙂

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