Strada.
Notte secca di gennaio,
figure lunghe le ombre stagliate al margine di un vicolo.
Voci straniere immerse in un mondo lontano da casa.
Tacito è il silenzio intorno,
rompe la calma un fastidioso rombo,
si spezzano le ombre…
la voce rotta e la paura che muove: di corsa, di CORSA!
Le mani ruvide,
“Carezze inverse”,
Cattive,
cercano la paura nello sguardo!
Spintoni, cadute:
“Me tirò al suelo”
Urla,
Lacrime,
Silenzio!
Il battito sordo di un cuore impaurito,
l’unico suono intorno.
Una corsa,
Un’altra corsa…
Via
Lontano dal dolore
Lontano da quelle “carezze”…
Vicino a CASA!
A volte si pensa che un autore non debba commentare le sue opere, invece a volte può servire per aprire un aspetto critico, intravvedere una linea, una componente di cui si è fieri; ma a parte questo a volte sembra di scorgere troppa intenzionalità nelle opere, come se qualcuno debba rispondere a qualcosa, o come se ci si sforzasse di ‘tenere’ un’immagine; bisogna lasciare andare la poesia, non occluderla o trattenerla, come fosse al guinzaglio.
Bella, molto bella, mi è arrivata al cuore, con tutta la sua disperazione, con tutta la sua forza. Bravissima. Ciao da Betta
Ciao Maren,
hai ragione sono stata forse troppo criptica, ma è stato fatto consapevolmente. Parlo di un qualcosa forse troppo “intimo”, una vicenda che ha segnato in parte la mia vita. Grazie per il commento,
un besito!
🙂
Ciao Betta,
grazie per il pensiero carino… mi lusinga molto!
Un besito!
🙂