La piccola Marta giocava nel giardino del palazzo insieme ai due amichetti Claudio e la sorellina Francesca, era primavera inoltrata e l’atmosfera del quartiere era mite e festosa di vita e di giochi.

I rumori che dominavano nell’aria erano soprattutto il vocìo di ragazzi insieme al “drin drin” delle bici e al rimbalzare di qualche palla qua e là.

Ogni giorno i tre bambini si ritrovavano insieme ed amavano fare quei giochi dove c’è tanto da correre e da gridare, con buona pazienza del vicinato che li lasciava fare fin tanto che riusciva a resistere. Spesso si ripeteva una scena che attirava l’attenzione di Marta, la signora Pina, proprietaria di un appartamento del palazzo, usciva e dopo un po’ rientrava con la sua macchina attraverso un cancello posteriore del giardino, e ciò che incuriosiva la piccola era proprio l’atto della signora Pina di aprire e chiudere quel cancello svolgendovi e riavvolgendovi una grossa catena che faceva non poco rumore.

In una di quelle giornate avvenne qualcosa. Marta seduta nel giardino attendeva i due amichetti che erano usciti col loro papà. Dopo un po’ li vide arrivare portando qualcosa che presto si rivelò essere un bel triciclo dal tipico colore rosso con le ruote bianche. Che emozione per il piccolo cuore di Marta al vederlo! Com’era bello quel triciclo! Fu forse la prima emozione della sua vita e non aveva mai visto Claudio e Francesca così felici.

Superate le difficoltà del dover condividere il grazioso giocattolo, fratello e sorella seppero lasciarne una particina anche all’amichetta che sperimentò la gioia di salirvi sopra e dar di gambette a pedalare. Si divertirono un mondo.

L’ora dei giochi trascorse, e quando i tre bimbi a malincuore si decisero a rientrare in casa, Marta salì sul pianerottolo  e non appena la madre le aprì la porta fu insopprimibile la richiesta: “Mamma mi compri un triciclo?”.
“Certo piccola ora devi lavarti!”. Rispose la madre.

Non tardò un nuovo attacco di Marta: “Mamma quando mi compri un triciclo rosso con le ruote bianche?”. Cominciarono gli inganni: “Lo compreremo il 36 di giugno”.

Passarono i giorni con nuovi attacchi di Marta e nuove bugie della madre : “Lo compreremo quando verrà la zia dal Belgio”. “Lo compreremo quando papà finirà di pagare la macchina”. “Lo compreremo quando…”. Il piccolo cuore tradito di Marta provò il dolore dell’inganno, forse il primo della sua vita e pianse sognando il suo triciclo rosso con le ruote bianche.

Son passati più di quarant’anni da quel tempo e Marta ha ancora vivo il ricordo di quel giocattolo tanto desiderato e mai avuto. Spera un giorno di trovare una piccola Marta a cui poterne regalare uno.

8 commenti su “Il Triciclo”
  1. Semplicemente delizioso!
    La mamma di Marta, probabilmente, non voleva rompere subito la tortina di ricotta fantasticata nella testa della bimba, presentandogli una realtà troppo amara. Ma la verità, magari saputa spiegare nella maniera giusta, é sempre quella meno indolore.
    Sicuramente Marta realizzerà il suo desiderio ancora vivo e farà felice una bambina.
    Ciao e 5s.
    sandra

  2. In questo racconto c’è un profondo affetto per Marta che rappresenta tutti i bambini che crescendo devono imparare che tutto non si può avere.
    Le piccole e grandi sconfitte della vita mutano il modo di valutare, servono a cambiare direzione e spesso tutto ciò aiuta a far maturare e crescere.
    Bravo, bella lettura.
    anna

    5 s.

  3. Un racconto delizioso! I bambini devono conoscere anche i no nella vita, perché altrimenti da grandi la prima volta che la vita stessa dice di no non sono preparati ad affrontarla.
    Forse però, la mamma di Marta avrebbe potuto farglielo capire più dolcemente usando un po’ di dialogo in più.
    Complimenti e 5 stelle.

  4. Francamente lo trovo un pò semplice… un pò troppo… e non mi è piaciuta la parte “bugie della mamma”. I no ci devono essere, ma con motivazioni. I bambini non sono stupidi e sanno capire se gli si spiega i motivi di un no. 1 s

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