Questa terra brulicava di vita.

Ogni seme portato dal vento

poggiava il suo futuro sulla morbida zolla

carezzato dal sole

dalla fresca rugiada.

 

Colori e profumi rendevano omaggi,

ai pittori gioiosi muovevano mani

e pensieri soavi ai poeti.

 

Ogni stagione attesa

diversamente sorprendeva.

 

Inatteso si leva un boato

dallo stomaco del mondo incantato.

 

Come in una fiaba di quelle tremende

che ti nascondevi e cercavi una mano

per sentire il prosieguo senza temere,

un vulcano comincia a eruttare.

 

Lava incandescente…

riversa sui prati e ruscelli

ricopre

annienta

trasforma

trascina bruciando

uccidendo.

 

Un manto di fuoco cammina rovente…

potente.

Immenso dolore…

non si può spiegare.

Come non si spiega l’Amore.

Poi il silenzio…

(dopo c’è sempre il silenzio)

dapprima fumante coltre bianca,

ancora silenzio,

poi la pioggia… a lavare la cenere

a scoprire le nera roccia.

A raffreddare anche i ricordi di quel verde mattino.

 

Nero riflette il calore del sole

nero il seme giace secco

su una conca forata.

Questa terra brulicava di vita.

Ora è solo una tristezza infinita.

Un pensiero su “Vulcano”
  1. Molto bella questa poesia. Hai reso benissimo l’idea di una Terra piena di vita e poi…, la distruzione e il silenzio. La natura…, magnifica nel suo splendore, mette tutti in ginocchio nella sua ribellione.
    Ciao e 5s.
    Sandra

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