Era una giornata di sole in quella cittadina sperduta tra i boschi incantati di un regno lontano, dove magiche creature regnano sovrane.
C’era una ragazzina dal biondo crine e smeraldine iridi che aveva la fortuna di vivere nelle favole.
Curiosa ella si spingeva oltre l’immaginario, capitando in luoghi occulti alla mente.
E si trovò in una soffitta, tra scartoffie antiche, rinvenendo il magico specchio che rifletteva i timori celati da una corazza di finta sicurezza.
Viziata da una madre poco attenta, voleva tutto e sempre più.
Lo specchio rifletteva il suo desiderio d’amore ma al contempo mostrava la sua avidità.
Sconcertata nel comprendere la cattiveria interiore racchiusa in un cuore di pietra privo di sentimento, con grande volontà decise di rinunciare alle cose che credeva importanti, un grosso passo, ma lo specchio non rifletteva altro che la sua immagine.
Cambia troppo in fretta. La cosa di cui si sta parlando all’inizio non è espressa bene…
Tuttavia è bella.
E’ carina… però io la immaginavo migliore…
A me piace questo racconto di fantasy però penso anch’io quello che ha detto alexia.
Bello ma troppo diretto, non è espresso bene
Bella, ma troppo diretta e corta
Un buon lavoro, lascia sospesi, c’e quel che’ di mistero che incuriosisce, apre a riflessioni ornamentali e di senso, una scrittrice che padroneggia le emozioni in modo sublime, solo: vedo il pezzo come prologo da cui far scaturire le vicende della giovane, dello specchio, del paese incantato e dei sentimenti. Consiglio la lettura delle città invisibili di Italo, il Calvino, per intenderci circa la stesura di un romanzo di seguito a questo prologo. Grazie.