Amina quel pomeriggio arrivò tutta trafelata in palestra con notevole ritardo. Agitando le mani ci fece smettere gli esercizi che stavamo facendo per ascoltarla.

Di media statura, snella e con tanti riccioli neri, di sicuro era donna piena di energia e simpatica. Rossa in viso, tutte pensavamo che fosse reduce da una corsa per il ritardo, ed invece, si trattava di altro.

Gesticolava in continuazione e si portava le mani al viso, poi, faceva ricadere le braccia lungo i fianchi magrissimi sbattendo con forza la capigliatura riccia.

Venendo in Palestra, si era presentata prima agli spogliatoi per indossare la tuta ginnica, poi era passata nei bagni. Non saprei dire neppure io il motivo, ma nei bagni non esiste la figurina, né la dicitura che indica: uomini – donne-. Nessuna di noi ci ha mai fatto veramente attenzione, fino a quando ad Amina è capitato di andarci, per caso di non chiudersi bene e sempre per caso e proprio mentre era ritta, in posizione di ricomporsi, dopo aver provveduto a fare quello di cui necessitava, la porta si era spalancata ed un Signore, in età avanzata, era entrato, e per niente imbarazzato, si era fermato sulla porta ammirando il panorama.

La povera Amina, prima scioccata e poi infastidita, aveva dato uno tonfo alla porta, ma… l’imbarazzo era rimasto lì a paralizzarla.

Lei, sempre gesticolando si apprestava ad aggiungere che il fastidio e la vergogna non sarebbero stati tali se quella persona, che Lei non conosceva personalmente, fosse tuttavia un uomo che incontrava quasi ogni giorno al vicino supermarket.

Tutte noi già vedevamo Amina protetta da grossi occhiali neri anche in tempo di pioggia, circolare nell’ambiente del supermarket fra arance, banane e castagne.

Provammo a rincuorarla, a dirle che erano cose che potevamo capitare, e riprendemmo gli esercizi, anche se Lei, nella sua esercitazione ginnica era completamente con la testa altrove.

Terminata la lezione, negli spogliatoi, ci comunicò nuovamente la sua vergogna per tutte le volte che lo avesse incontrato, finché una di noi, proprio per rendere più leggera la situazione, Le disse:

– Dai Amina, prendila così: in fondo hai fatto un’opera buona…-

Era sicuramente una persona di spirito e sempre molto allegra, ma questa esperienza l’aveva turbata nel suo privato  e quella sera se ne andò come era entrata: rossa in viso, agitata e gesticolante.

La volta successiva  già non ci pensava più, a chi le domadava come erano andati gli incontri al supermarket, Amina rispondeva che si era raccomandata tanto al piano di sopra per non aver incontri indesiderati e al momento era stata ascoltata. Questa sua esperienza fu presto sostituita dai suoi continui mutamenti di calore corporeo data l’età, al caldo improvviso e poi al freddo. Eravamo tanto prese ad ascoltarla che mettevamo da una parte tutti i nostri “amanti noiosi”.

Un luogo di incontro, di donne, quasi sconosciute, donne che si raccontano, si confrontano, si incoraggiano, esperienze diverse, occupazioni diverse, che lavorano in tuta ginnica, scarpe basse, struccate, per poi affrontare il quotidiano spesso da pantere in tacchi alti e profumi.

Donne, solo Donne.

11 pensiero su “Palestra”
  1. Povera peró!!!
    Che sporcaccione quel signore….. (i puntini sono perché sto ridendo)
    me la sono proprio immaginata, sono cose che lasciano il segno….. (altri puntini)
    E secondo me, proprio quando si é piú spigliate e attive, ci si resta male il doppio, perché oltre al danno c’é la beffa di essersi sentite spiazzate.
    Io odio rimuginare dopo e mordermi le mani dicendo “cavolo! Avrei potuto dire… avrei potuto fare…”
    Brava Sandra!

  2. Povera Amina! Un racconto davvero piacevole da leggere.
    Complimenti e naturalmente 5 stelle.

  3. Evviva le donne, cara Sandra, bellissima questa immagine che hai dato alla figura femminile, donne che sanno arrossire, nonostante l’età e l’esperienza, donne curiose, donne attive, che sanno trovare la forza di reagire sempre, anche alle cose più imbarazzanti. Molto carino questo racconto, mi ha fatto sorridere, mi ha messo di buon umore, bravissima. Un bacio da Betta

  4. Racconto divertente.
    Anche a me è capitato di infilarmi nella restroom desterta e sbagliata: una figura terribile all’uscita…
    a

    5s

  5. X Betta

    Già le donne sono tante in Una… Bella invenzione per l’Universo.
    Una bacio, cara Betta.
    Sandra

    X Anna

    Grazie Anna, io guardo bene la figurina almeno due volte….
    Sandra

  6. Ciao Sandra, un racconto divertentissimo: povera Amina: un saluto e 5 stelle Angela.

  7. Divertente, non mi capita di frequantare palestre ma sono sicuro che può capitare a chiunque… un attimo di distrazione e ti ritrovi a mostrare tutti i tuoi gioielli o presunti tali!!!
    Ciaooo
    marco

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