Il sole era alto nel cielo, aveva appena iniziato la sua parabola discendente.
Due ragazzi spingevano una bici mezza sgangherata, era sprovvista fra l’altro dei freni.
L’intento di Roberto e Gianni, questi i loro nomi, era quello di andare su in alto paese, per poi lasciarsi andare giù a folle velocità non curanti dei pericoli che avrebbero incontrato, come auto che percorrevano la stessa strada, per non parlare poi delle varie buche disseminate qua e là.
I due ragazzi erano cresciuti insieme.
Il grande Roberto, aveva appena 11 anni, un anno in più rispetto a Gianni ed era lui che coinvolgeva l’amico in avventure spericolate.
Quel giorno avevano deciso di affrontare quella lunga discesa, una strada che come un lungo serpente attraversava tutto il paese, che iniziava in alta montagna e finiva proprio sulla spiaggia.
Era così forte in loro la voglia di provare delle grandi emozioni che neanche i probabili scappellotti dei genitori, nel momento in cui si fossero accorti delle bravate, li avrebbero fatto desistere.
Il giorno era stato deciso e anche l’ora; le due del pomeriggio.
Il momento della sfida era arrivato, una sfida con se stessi per dimostrare che erano coraggiosi.
Non sapendo che il coraggio non sempre ripaga nel modo giusto.
Inizia così la loro sfida.
Roberto davanti, tiene il manubrio talmente stretto fino a farsi le impronte nelle mani.
Gianni attaccato dietro, come una calamita.
Evviva! Si parte!
Le urla dei due ragazzi erano talmente forti che un brivido di piacere e mista paura, percorreva giù dalla schiena.
Era questo il brivido che per loro valeva la pena di provare?
Decisamente: “Si!”
Le loro strade crescendo si sono divise per motivi di lavoro ma il ricordo di quei momenti per loro sarà come un qualcosa da ricordare, pensando alla loro fanciullezza.
Fanciullezza e adolescenza con i loro episodi ci accompagnano nella vita. Spesso nell’età molto avanzata tornano a galla vivi e toccabili, quasi sembra di essere lì, mentre il presente scende in fondo.
La gioventù… è una stagione troppo amata.
5st.
Sandra
L’idea del racconto è buona, ma trovo sia tronca senza la descrizione della pazza discesa affrontata senza freni. Prometteva quel “senza freni” a inizio racconto. L’adolescenza è senza freni.
Ti consiglio di rileggere attentamente il testo perché in alcuni punti i tempi dei verbi litigano fra loro.
Concordo con Giorgio.
L’dea è buona, ma la narrazione è resa in modo molto frettoloso.
Prova a riscrivere questo testo, sviluppandolo nella parte descrittiva ed emozionale e rivedendo totalmente la punteggiatura.
Se è ad un corto che miravi, non penso che tagliare in eccesso basti a dare significato.
Ciao
anna
p.s.: non è l’insegnate che parla, come qualcuno in passato stucchevolmente ha detto, ma la lettrice, perchè l’insegnate ha molte altre cose a cui pensare.
Con simpatia.
a
E come vedi l’INSEGNANTE va pure di corsa…!
CIAO.
a.
Grazie anna per il consiglio.
Mi piace il racconto… ma come va a finire?