Ciao amore mio,
quando lunedì scorso come al solito sono partito, volevo dirti tante cose; o forse, accarezzandoti, soltanto che questo viaggio non era uguale agli altri. Ma non ce l’ho fatta. Il tuo sorriso, la dolcezza del tuo sguardo, il tuo abbraccio ancora così appassionato, me l’hanno impedito. Allora ho pensato di scriverti, questa sera, in queste quattro mura spoglie di un albergo vuoto ed anonimo, per provare a lasciare sul tuo cuore le orme profonde di un amore senza tempo; del mio amore per te.
Carissima Monica, tra qualche settimana avremmo dovuto festeggiare il nostro 25esimo anniversario di matrimonio, ed io questa sera, a 600 km da te sono a ringraziarti per tutto quanto mi hai dato in questi anni, ed a rammaricarmi ancora che non sei qui con me, e ad anticiparti che in quella data, quasi certamente non ci sarò. Improvvisamente mi appare come in un film non montato la tua immagine in tutti questi anni trascorsi insieme, e stranamente ti vedo sempre sorridente, leggera, felice…
…A dire il vero ti vedo anche con il broncio, tutte le volte che aspettavi una mia carezza per sollevare lo sguardo e lasciarmi scorgere i tuoi occhi che brillavano di felicità.
Ti ricordi quando tornammo dal viaggio di nozze e tu per la prima volta preparasti la cena?
Si, quando salii le scale di corsa e mi precipitai in cucina densa di fumo… e scoprii che stavi soltanto cucinando due hamburger sulla piastra nuova… Ne è passato di tempo… E tutte le volte che partivo e inevitabilmente, sistematicamente mi chiamavi perché ti stavi recando in clinica per donarmi poi quelli che sono i nostri gioielli?
Chissà se sono abbastanza grandi da sopportare l’idea che il papà non torni più.
Non so se in questi anni con i gesti, le parole, i comportamenti sono riuscito a riempire almeno un po’ la solitudine che in fondo affligge tutti noi. Chissà se sono riuscito a donarti qualche momento di serenità. Abbiamo sofferto. Tutto quello che di bello la vita ci ha dato l’abbiamo sempre pagato a caro prezzo; e forse tu, subito lontano dalle tue radici, hai sempre pagato il prezzo più caro. Hai sempre cercato di nascondermi i disagi, le ansie, le paure che pure avevi lontana dalla tua città. Quanta strada abbiamo fatto… Reggio Calabria…, ti ricordi l’appartamento nuovo al sesto piano con l’ascensore ancora da collaudare?? Ed a Firenze quando ti ricoverasti con la piccola al Mayer? Ed a Prato quando rimanesti chiusa in casa per tre mesi??
Sì piccerè, ne è passato di tempo…
Oggi anche questi momenti mi tornano in mente con tenerezza e le difficoltà affrontate insieme sono sfumate ed attenuate dal tempo.
Questa sera sono qui, da solo, con la consapevolezza di non vederti più. Di non avere più la possibilità di abbracciare né te né i ragazzi. Questo è un peso insopportabile, devastante, paradossalmente inconcepibile . Sono andato via come al solito, ancora con l’idea di ritornare il fine settimana e ubriacarmi di te e dei nostri figli; come ho fatto tante altre volte, ma questa volta purtroppo non è così. Questa volta è diverso. Questa volta il viaggio ha un’altra destinazione. Un altro arrivo. Domani mi ricovero. Vado in ospedale.
Già… quel dolore che mi attanagliava il braccio non era un reumatismo o un’artrosi… purtroppo è più grave… i medici non mi danno speranza… mi rimane ben poco.
Avrei potuto coinvolgerti come al solito, renderti partecipe della mia vita come sempre, ma questa volta, amore mio, almeno per una volta, ho deciso di fare da solo… di andar via da te dolcemente, in punta di piedi, senza drammi.
Ma sappi che se domani la mia anima dovesse volteggiare nell’aria, accompagnerà e proteggerà per sempre il tuo cammino e la vita dei ragazzi.
Ciao amore mio! Ti amo!

4 commenti su “Lettera d’amore”
  1. Il cammino di due persone che si sono sempre amate e sostenute, quando purtroppo si interrompe e non certo per la volontà di una dei due, ma per ordini venuti dall’Alto, dovrebbe essere accompagnato fino all’ultimo come lo è stato il percorso. Un gesto d’altruismo o egoismo, non so, togliere all’altro/a la volontà, la responsabilità, l’amore, mischiato al dolore di combattere contro qualcosa di gigantesco ma insieme, come lo è stata la vita. Una volta che quell’anima, ormai libera volteggerà nell’aria, sicuramente, a mio avviso, respirerà il dolore dell’altro al quale rimarrà sempre il dubbio che forse vicino avrebbe potuto fare qualcosa di più.
    Questa ovviamente è la mia opinione, ma anche combattere il dolore e addirittura la morte fa parte di quel percorso meraviglioso, faticoso, tempestoso che si chiama: Vita.
    Ciao.
    Sandra

  2. Ho letto altre cose tue in cui mi sembrava che non mancassero mordente e capacità di affabulazione.
    Senza entrare assolutamente nel contesto, credo che questo scritto sia irreale per una “lettera d’amore”, cioè titolo e narrazione non hanno correlazione, perchè soprattutto nella parte conclusiva l’argomentazione per un abbandono di questo genere è, non dico debole, ma addirittura inesistente. Ti pare che un marito e padre di famiglia “normale” come si mostra l’io narrante nella prima parte della lettera, da probabile moribondo se ne vada da casa per morire da solo?
    I familiari si scatenerebbero a “Chi l’ha visto?”.
    Un epilogo alla storia, così come tu l’hai costruito, ricorda tanto la scelta della vecchia madre del film “Il paese delle ombre lunghe” che, sentendo la morte vicina, in ossequio, alle usanze esquimesi, va a morire nel gelo della notte artica per non gravare sulle spalle del cacciatore capofamiglia.
    Altra cultura, altra storia.
    Ma qui, nel tuo racconto, te lo vedi il protagonista, napoletano, che va a morire a nell’ospedaletto anonimo alla vigilia del tanto atteso 25.o anniversario di matrimonio?
    Scusa la franchezza, ma, a mio giudizio, il racconto non sta in piedi.
    L’amore e una lettera d’amore, poi, sono tutta un’altra cosa.
    anna

  3. Commovente. Bellissima lettera.
    Una grande testimonianza sull’amore. Amare è mettere le persone amate davanti a tutto, come unica ragione di vita. Sentirsi di peso per i propri cari, toglie la voglia di vivere, istintivamente.
    Anche i leoni, da vecchi e moribondi, si allontanano, così “sentono” gli uomini fieri e orgogliosi del proprio passaggio in questo mondo e che sanno amare davvero.
    Grazie adolfo.

  4. Bellissima questa lettera… che grande amore vivevano queste due persone…!

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