Queste ultime parole saran l’addio.
Ho sentito fin troppo, inutilmente veduto.
Ditemi ora, ne val forse la pena?
Sempre ho desiderato d’esser altrove,
a tesser trame d’amore e di gloria.
Ma questo è barbaro vivere, cosicchè
fingere è il rimedio scritto sul mio orizzonte.
Sarò la più grande delle menzogne, poiché
Tutto ciò che di me credeste, mai è esistito.
Datemi allora d’essere almeno il migliore dei clown
di ques’atmosfera circense,
perché la maschera m’è propria, e
ancor più lo spirito da buffone.
Già mi vedo, ridicolo nell’espressione
a danzare per caso.
Ma s’illude chi crede di poter giocare con me;
conosco le verità in anticipo.
Ho bevuto il ciceone, ed ora Io è un altro.
I miei complimenti per questa lirica suggestiva che riecheggia antiche conoscenze e solitudini moderne.
Apprezzo in modo particolare il tema della maschera che offre via di fuga e di rigenerazione, di trasmutazione e di salvezza a chi stanco della quotidianità va rivendicando un nuovo se stesso.
Ciao.
anna
5 st.
Una lirica molto bella, mi piace.
L’Io, che in tutta onestà con noi stessi, non indossa nessuna maschera, ha bisogno di uscire alla luce del sole.
Bravo. 5st e un saluto.
Sandra