Su di un comodino scordato,
stipato in un angolo scomodo,
riposano gli impolverati belletti:
perlate polveri ed odorosi olii,
antiche maschere artificiali.
Solo Follia ora copre i tratti,
sfatti dalla voluttà e dal tempo,
truccando a suo modo il volto:
sangue sulle languide labbra,
cenere cerchia gli stanchi occhi.
Davanti allo specchio venato,
cerchiato di stelle spente,
scende il sipario sullo spettacolo:
malsano ghigno s’apre tra le dita,
rigide sbarre tra Lei e la realtà.
Bella. Espressiva e carica. Una poesia cromaticamente satura anche se non fai riferimento ad alcun colore ma si vede benissimo l’intera scena. Bella