L’acqua era rossa ma non del sangue che volevo io quello era il sangue che per mia natura non mi serve che getto fuori contro la mia volontà…a far scorrere quello necessario per continuare a vivere non ce l’ho fatta ero li da sola potevo farlo ci sarei riuscita mi sarei svegliata da questo incubo da questa vita che mi regala soltanto sofferenze e al limite noia…le delusioni una dopo l’altra le lacrime? avrei potuto dissetare l’africa ogni piccolo barlume di felicità mi viene portato via strappato dalle braccia con ogni mezzo. Com’è frustrante sapere che nessuno, nessuno al mondo ti conosce e che ognuno invece crede di sapere tutto di te, com’è frustrante sentire giudizi uno accalcato all’altro senza fondamenta senza ragione alcuna. Sento la mia vita sgretolarsi ogni giorno sempre di più lentamente, con calma, una lenta tortura…ma come si fa? come si fa a resistere? come si fa a spiegare quando non si vuole ascoltare? come si fa a far capire i perchè a chi non te li ha chiesti? come si fa ad amare tanto ed essere ricambiati con tanta indifferenza? no non sono i soliti problemi sentimentali ciò che provo io va oltre l’amore fisico, oltre quello di due amici, oltre quello verso un genitore o un fratello è inspiegabile non ha confini ne descrizioni e fa più male, brucia nel petto più di qualunque altro. Ed ora di tutto questo non rimane altro che tristezza una tristezza dolce che dopo un po’ non fa più male perchè ti svuota talmente tanto che nemmeno la sofferenza ti rimane in corpo. Ora si che sono veramente vuota dopo aver pianto, tanto sangue, un bagno lungo, svuotata dal dolore di ogni sentimento umano non ho più nulla da offrire a chi mi circonda…vorrei poter fare qual cosa qualunque cosa implorare la vita di essere clemente con me almeno per una volta ma so che questa umiliazione non servirebbe a nulla. Oggi in quella vasca la vita ha lottato per tenermi con se ed ora che sono con lei dovrà trascinarmi con se come una foglia che si stacca dall’albero perché respiro ancora ma in realtà oggi sono morta.