Il mio spirito s’aggira vagabondo
Tra i meandri della confusione.
Resistere o sprofondare?
Soffrire o combattere?
Mi prefiggo azioni corsare
quando nell’intimità piango l’onestà.
Chi, se non l’aurora può consigliarmi,
spegnere il fuoco che in me divampa?
Chi, se non la luce, il puro aere, me stesso?

Seduto starò su prati immaginari
tra infinite distese di boschi,
con il canto degli uccelli tutt’uno,
con me stesso tutt’uno e
contemplerò il tempo e
distoglierò continuamente lo sguardo,
poiché non ho rimedi alla solitudine.
Perché mi sento così solo?

 

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