Sii mio amico, vento
non accontentarti di spingere lontano i gabbiani
di piegare alberi e pennoni
di maltrattare le mie vele
troppo facile
entra in me
spazza il sentimento che vorrebbe nascere
respingi in gola le mie parole
blocca le mie dita affiche non possano scriverle
gela e spezza ciò che non può vivere
perché lei è di lei
e non ha occhi che per lei
porta lontano le mie lacrime
via di poppa
sale al sale
porta la mia mente all’infinito azzurro
Su legni e mari d’altri tempi
dove lei era bandita
dove lei era sventura
onda frangente al traverso
ricordo corroso dalla salsedine
tatuaggio bruciato dal sole
bandisci dalla tua tavolozza il colore dei suoi occhi.
Giallo dammi il mare da domani
Giallo.
Una lirica che ha suscitato in me un sorriso: non basta fuggire dall’azzurro per dimenticare i “suoi” occhi.
Ricordo il titolo di un film, “La donna dagli occhi d’oro”, il giallo, quindi, può non bastare e, come sempre ci diciamo, non è sufficiente cambiare cielo per dimenticare gli affanni.
Una poesia suggestiva soprattutto nell’ultima parte, quando l’amore impossibile viene accostato alla donna-danno di marinaresca memoria.
Ciao
anna
5 st.
Il mare è un elemento al quale spesso affidiamo i nostri pensieri e le nostre speranze. Ha ispirato musica e scrittura, il vento poi…, è custode di messaggi mai inviati e di silenziose pene.
Navigando, spesso in solitudine, mare e cielo si confondono in un unicio “io” in compagnia della vela
che diventa una fedele compagna.
Complimenti e 5 st.
Sandra