Sii mio amico, vento

non accontentarti di spingere lontano i gabbiani

di piegare alberi e pennoni

di maltrattare le mie vele

troppo facile

entra in me

spazza il sentimento che vorrebbe nascere

respingi in gola le mie parole

blocca le mie dita affiche non possano scriverle

gela e spezza ciò che non può vivere

perché lei è di lei

e non ha occhi che per lei

porta lontano le mie lacrime

via di poppa

sale al sale

porta la mia mente all’infinito azzurro

Su legni e mari d’altri tempi

dove lei era bandita

dove lei era sventura

onda frangente al traverso

ricordo corroso dalla salsedine

tatuaggio bruciato dal sole

bandisci dalla tua tavolozza il colore dei suoi occhi.

Giallo dammi il mare da domani

Giallo.

2 pensiero su “Sii mio amico, vento”
  1. Una lirica che ha suscitato in me un sorriso: non basta fuggire dall’azzurro per dimenticare i “suoi” occhi.
    Ricordo il titolo di un film, “La donna dagli occhi d’oro”, il giallo, quindi, può non bastare e, come sempre ci diciamo, non è sufficiente cambiare cielo per dimenticare gli affanni.
    Una poesia suggestiva soprattutto nell’ultima parte, quando l’amore impossibile viene accostato alla donna-danno di marinaresca memoria.
    Ciao
    anna

    5 st.

  2. Il mare è un elemento al quale spesso affidiamo i nostri pensieri e le nostre speranze. Ha ispirato musica e scrittura, il vento poi…, è custode di messaggi mai inviati e di silenziose pene.
    Navigando, spesso in solitudine, mare e cielo si confondono in un unicio “io” in compagnia della vela
    che diventa una fedele compagna.
    Complimenti e 5 st.
    Sandra

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