Era un caldo pomeriggio d’estate. Come di consueto mi trovavo seduto su una comodissima sdraio sul balcone della cucina di casa mia. Leggevo, fermandomi di quanto in quanto per immedesimarmi nella parte del protagonista del romanzo che stavo letteralmente divorando. Narrava le gesta di un gentiluomo di Francia nel periodo del regno di Luigi xv, che dopo aver provato l’onta della povertà e del più assoluto anonimato, lui che aveva servito con capacità e onore i grandi di quella epoca, riuscì a riscattarsi e infine trovare il grande amore. Avevo appena sedici anni e sognare ad occhi aperti, non era molto difficile. Ma oltre questo c’era qualcosa di più profondo e reale. Sentivo dentro di me una sensazione che non era facile spiegare. Come se qualcosa mi spingesse al di fuori di quello spazio-tempo in cui mi trovavo.
A rafforzare questo mio sentire arrivavano puntualmente i sogni notturni che mi turbavano non poco. Così fortemente vissuti che ne trovavo traccia al mattino sul mio corpo. In quel periodo tuttavia, non mi lasciavo abbattere troppo da quello che soltanto più in là con gli anni riuscì a decifrare. Vivevo con relativa tranquillità la mia età. Giocavo a calcio, la sera uscivo con gli amici e mi lasciavo prendere e trasportare da quei sentimenti dolci e puri che soltanto i primi amori sanno provocare.
Andavo avanti così, tra sogni coscienti e quelli più indecifrabili nascosti nel mare sconosciuto del mio io. Era trascorso da poco il mio diciottesimo compleanno quando accadde il fatto che ruppe l’equilibrio su cui avevo costruito sino al quel momento la mia esistenza. Era il ventuno di marzo del 1984. Quel giorno trascorse tranquillamente come tanti altri. Mi ricordo bene, mentre mi infilavo il pigiama per andare a letto, chiacchieravo con mio fratello, di tre anni più anziano, che divideva la stanza con me.
– Hai visto quella con cui passeggiavo stasera?
– Si, lo vista, proprio una bella ragazza.
– Ho intenzione di dichiararmi. Ribattè lui tutto raggiante.
– Bene. Gli dissi: ma stai attento perchè è molto giovane e se anche oggi ti dice di si, domani aspettati qualsiasi cosa. Lo volevo mettere in guardia… e prepararlo a qualsiasi eventualità perchè aveva ed ha un carattere introverso, molto timido e sensibile. Una risposta negativa da parte della ragazza avrebbe fatto danni nel suo animo.
– Buonanotte e auguri allora conclusi io.
– Buonanotte anche a te rispose. Non credo di averci messo molto ad addormentarmi. Dopotutto al mattino mi alzavo presto per andare a scuola. Prendevo il treno e poi il pullman per arrivarci e quindi mi svegliavo alle 6,00. Dormivo profondamente. Stranamente quella notte non stavo sognando; ogni circuito della mia mente era a riposo. Uno scossone e una forte vibrazione mi indussero ad aprire gli occhi. La mia faccia era ad un palmo dal tetto della mia stanzetta. Galleggiavo nell’aria. Completamente nudo, messo come in croce, ma orizzontalmente. Impossibilitato a muovermi, come se delle catene mi stringessero polsi e caviglie. Tentai di divincolarmi, di urlare, ma dalla mia bocca non usciva nessun suono. Riuscivo soltanto a percepire un’aria calda che avvolgeva tutto il mio corpo, anche se la stanza era gelata dal freddo dell’inverno. Anche se credo che il tutto si svolse in pochi istanti, a me sembrò un’eternità.
Continua…
Ti leggo sempre volentieri perchè a me i racconti surreali piacciono molto come i voli della mente.
C’è qualche errore “per la fretta” ma scorre bene e mi è piaciuto molto, attendo il seguito.
Ciao.
5st.
Sandra
Bello davvero bello!