Marco si guarda allo specchio.
Come ogni mattina, quando si fa la barba.
Ma stamane si vede diverso.
10 maggio: sessant’anni.
Sì, si sente diverso.
Ieri sera, prima di addormentarsi, era ancora un brillante cinquantenne.
Oggi, dopo essersi svegliato ed aver fatto colazione, è un sessantenne ben conservato.
Si guarda allo specchio, si valuta e si riconosce: un bell’uomo, occhi vivaci, muscoli in forma.
Il tempo non lo ha devastato.
Nemmeno le preoccupazioni, le ansie e i dispiaceri che inevitabilmente hanno attraversato i suoi anni, hanno incrinato la sincerità del suo sguardo. Una vita di lavoro gli ha permesso di raggiungere una posizione professionale unanimemente riconosciuta importante; lo sport, fatto per divertimento personale e per tenersi in forma, gli conferisce quell’aria sana e sicura di sé.
Eppure questi sessant’anni che sono arrivati puntuali, come una nuova tappa della vita da affrontare, hanno il sapore di un non so che di attesa e di ansia che non pensava di provare.
I capelli brizzolati e le piccole rughe d’espressione sulla fronte, agli angoli della bocca, intorno agli occhi, testimoniano gli anni e si rende conto che ciò di cui si era sempre vantato, cioè il saper valutare e decidere grazie all’esperienza, alla fine altro non è che una resa al tempo che passa.
Questa idea, però, non gli dà tristezza: l’amore di Giovanna, l’affetto di suo figlio, il calore degli amici e la stima che a ragione ha di sé, lo confortano. Sa di non avere mal vissuto e in quel libro mastro immaginario del dare e dell’avere i conti si pareggiano, la coscienza è a posto.
In questo giorno che sente come l’avvio di una nuova fase della sua esistenza, ripensa alle parole della moglie che appena un poco prima, mentre sorseggiava il caffè, gli diceva:
“Buon compleanno, caro. Sembra ieri che avevamo vent’anni e ci siamo incontrati, anzi scontrati, in università, tutti e due di corsa per non arrivare tardi alla lezione del professor Micheli. Quanto tempo è passato da allora, quante cose abbiamo fatto… Una bella vita questa nostra, insieme!
Per me sei sempre lo stesso, sai, e se non fosse per quei tuoi baffi ormai bianchi, non direi che sei quasi un vecchietto. Il mio vecchietto, intendo”.
E gli aveva accarezzato con affetto la mano e gli aveva sorriso.
E no, pensa Marco.
“Vecchietto” proprio no.
Aveva fatto la doccia, si era lavato i denti con cura ed aveva lentamente cominciato a sbarbarsi.
Mentre il rasoio scorre sulla faccia insaponata, ne conviene: Giovanna ha ragione.
Se non fosse per i baffi che sembrano quasi uno spruzzo di panna montata, il suo aspetto sarebbe più giovanile.
Si immagina senza i baffi a cui è affezionato da anni e che aveva cominciato a far cresce ai tempi del suo primo impiego, quando era un giovanotto, perché gli conferissero un’aria più matura e seria.
Come apparirebbe senza?
La decisione è rapida ed eroica: taglia i baffi e si rimira nello specchio con attenzione.
Eccolo quell’altro sé, più giovane e forse diverso.
Un brivido di vanità gli attraversa la mente.
Giovanna passa nel corridoio: la chiama, si mostra e studia la sua reazione.
La moglie lo osserva stupita, sorride, approva.
“Oh, Marco, che novità! … Mi piaci, stai bene, sembri più giovane, … un ragazzino… !”
Marco è contento, ha colpito nel segno.
“Ragazzino”, forse è troppo, ma si sente allegro.
Affronterà questa giornata e tutta la nuova serie di giorni col cuore più leggero.
Chi ha detto che i compleanni dopo una certa età – e poi quale? – non si devono più festeggiare?
La vita è bella e i sessant’anni anche.
Grazie, Giovanna, pensa tra sé abbracciando con trasporto la moglie e stampandole un bacio sulla guancia.
E’ vero: ogni giorno è un nuovo inizio.
Marco sorride.
Un bel sorriso: mi piacciono quegli Uomini che in maniera sobria mantengono quel pizzico di vanità per piacersi e per piacere. E’ un gioco che mantiene quella complicità che ha avuto il suo inizio tanto tempo fa, e non ha pemesso nè al tempo, nè alle salite della vita, di rendere le rughe solchi enormi che dividono l’Uomo di oggi dal Fanciullo di ieri.
Complimenti a Te e a quel Giovanotto.
5st.
Sandra
La vita è fatta di tante stagioni, tutte belle e ricche di fascino.
Questo per fortuna lo ha capito anche Marco, con l’aiuto di sua moglie Giovanna.
Complimenti Anna,
Un sorriso in compagnia di 5 stelle.
Che bello! Vorrei che tutti “invecchiassero” così (tra virgolette perché a sessant’anni siamo ancora piuttosto giovani). Complimenti davvero Anna, lo farò leggere ai miei cari questo tuo scritto, dolce e spiritoso. Un caro saluto e grazie per aver letto i miei scritti.
Ps: se ripenso a come ti ho risposto ad una critica due o tre anni fa… ero proprio una bambina! 😉
Cara Claudia,
il bello del tempo che passa sta nel fatto che cambiamo gli occhiali e tutto ci appare più chiaro e più bello.
Un abbraccio.
anna
Carissime Sandra e Lucia,
grazie per l’affetto con cui mi leggete, per il tempo che mi dedicate e per la condivisione di pensieri ed idee.
Baci.
anna
Che bella immagine dell’uomo che hai dato, maturo, cosciente della sua età, ma con l’entusiasmo di un ragazzino, con la voglia di piacere ancora, a se stesso, e alla compagna di tutta una vita, capace di riscoprirsi, di reinventarsi ogni giorno. Bravissima Anna, questo racconto è solare, mi è piaciuto molto. 5 stelle, naturalmente. Ciao da Betta