Era un rito.

Tutte le domeniche pomeriggio le ragazze si ritrovavano dopo una settimana forse noiosa e poco movimentata. Poi, addirittura, l’ultima domenica del mese, quando i negozi rimanevano aperti, pranzavano tutte assieme.

Angela metteva la sua casa a disposizione. Abitavano tutte nello stesso rione, ma il suo appartamento era centrale o forse Lei era quella più disponibile a fare da “padrona di casa”, con la sua abitazione a pianterreno: pochissime scale, niente ascensore, una spaziosa cucina tinello, accogliente, soleggiata e la tavola rotonda per l’evento della domenica.

Facevano la loro partita a burraco e si divertivano, ma quando il sole invernale non faceva il prezioso e usciva, alle ragazze piaceva gironzolare ed osservare le belle vetrine e magari spettegolare e inorridire sui prezzi troppo alti.

Angela non faceva mai mancare loro il tea con i biscottini, era una piccola pausa e il pretesto per spettegolare sugli avvenimenti della settimana.

Saltare il rito domenicale era raro e quando ciò accadeva era sempre per motivi di salute, semplicemente perché le ragazze avevano ottant’anni o qualcuno in più, come appunto mia madre.

Poi passavo io, la sera alle 19, con la mia Panda e facevo da taxi. Quando entravo le vedevo raggianti e divertite, qualche volta qualcuna protestava per la disattenzione della compagna di gioco alle carte ed avevano un’aria indispettita, ma buffa.

Tutte vestite alla moda, la cipria sulle guance, il rossetto alle labbra, e l’immancabile Chanel.

Gli acciacchi dell’età e altri cattivi acquisti, erano in abbondanza e sempre in aumento, ma la voglia di vivere quella partita che non si limitava solo al “burraco”, andava oltre all’alzata mattutina, alle medicine, alla colazione e se lo specchio rimandava un’immagine che non soddisfaceva, c’era sempre la possibilità di barare con quelle armi che solo le donne sanno usare, oltre il tempo, con la volontà di vivere e di piacersi ancora.

Adoro chiamarle “ragazze”, e ancora continuo ad andare a prenderle la domenica sera, e mi si riempie il cuore quando le sento ironizzare sulla loro difficoltà ad entrare ed uscire dalla mia Panda, ma percepisco quell’ allegria che non è poi così lontana da quella di una ragazzina alle sue prime uscite domenicali; in fondo è solo una questione motoria, ma è pur sempre: Vita.

Gente che continua il proprio percorso da sola, nel senso che non ha più a fianco il proprio compagno di vita, ma che ancora lotta per riassaporare ogni mattina quel pezzetto di cielo, a volte nero a volte color pastello, fino alla chiusura della partita, quella che si gioca una volta sola.

11 pensiero su “La casa delle ragazze”
  1. Quando l’amicizia è vera e sincera, anche il solo osservarla dall’esterno, senza viverla, ti tocca il cuore. A me il cuore lo hanno accarezzato dolcemente le tue parole… quanto vorrei poter accompagare anch’io mia madre a giocare quella partita che ora non ha la forza di portare avanti…
    5 Stelle per te.

  2. Siamo tutte ragazze.
    Tra uomini e donne invecchia soltanto chi soffoca il fanciullino o la fanciullina che costituisce la sua anima.
    La mia mamma ha appena compiuto i suoi novant’anni ed ha dentro di sè entusiasmo e forza incredibili.
    Un abbraccio a tutte le “ragazze” e a tutti i “ragazzi”, di qualsiasi età, che si sforzano di comprendere qual è il senso della vita.
    Baci, baci.
    anna

    5 st.

  3. Bello e tenero. Mi ha fatto ripensare a mia madre, che non giocava a carte, ma tutte le domeniche si faceva accompagnare, da me o da mio padre, a trovare una amica o una parente.
    L’ha fatto fin quasi all’ultimo, anche quando, gli ultimi tempi, era costretta in carrozzina: Ha giocato bene, sempre con il sorriso, la sua partita.
    5st

  4. Complimenti Sandra,
    davvero un bel racconto che mi ha toccato le corde del cuore.
    Purtroppo non ho avuto la fortuna di vedere i miei nonni arrivare al traguardo degli ottant’anni, perché Dio li ha chiamati con sé molto prima.
    Un abbraccio alla tua mamma e a tutte le ragazze un po’ avanti negli anni.
    Un sorriso e 5 stelle.

  5. X Anna, Roberta, Giorgio e Lucia

    Ad un certo punto della vita diventiamo i “genitori” dei nostri genitori. Io sono riuscita a viziare anche mia madre, ma se posso vederla sorridere e accontentarla per qualsiasi sua richiesta mi adopero al massimo, perchè questo rientra nelle mie possibilità, certo poi per le decisioni prese dall’Alto, non senza prima aver combattuto, non possiamo fare altro che chinare la testa.
    Vi ringrazio tutti per aver letto e apprezzato e devo dire che con i vostri commenti mi sono emozionata.
    Un caro abbraccio.
    Sandra

  6. Ciao Sandra, che bello il tuo racconto, ha una dolcezza, indescrivibile, mi ha ricordato mia madre, le sue amicizie erano legate alla sua malattia (ha fatto dialisi per 18 anni) e quando potevo la accompagnavo. Fra loro, accomunate dallo stesso destino, credimi, si era creato un clima di complicità, un’amicizia bellissima, e anche adesso che mia mamma non c’è più, provo una dolcezza infinita, solo a pensarci. Grazie Sandra per questo spaccato di vita che hai risvegliato nei miei ricordi, con la solita eleganza che ti contraddistingue. Un bacio e scusa per il mancato commento degli altri scritti, ma ho avuto qualche problema che mi ha tenuto lontana dal pc per un pò. Ciao da Betta

  7. Cara Betta, mi sei mancata e non per i tuoi graditi e sempre positivi commenti nei miei riguardi, ma per la tua dolcezza e per il tuo “profumo di buono”.
    Le persone più “fortunate” o meglio, che hanno saputo “dare spontaneamente” nella vita ed hanno saputo conservare, coltivare, trovare e mantenere le Amicizie, acquistano poi, strada facendo la complicità, che è una componente straordinaria, per sorreggersi, a volte anche per ironizzare, sulla propria persona o situazione, spesso questo fa vedere il bicchiere mezzo pieno invece che viceversa.
    La tua mamma deve averti comunicato molto perchè tu sai di “buono”.
    Grazie del commento.
    sandra

  8. Per Sandra,
    Ho apprezzato molto questa piccola storia, dolce e tenera. Brava come sempre.
    Un saluto Luxia

  9. X Luxia
    A volte i pensieri hanno bisogno di uscire all’aria aperta, forse per poterli leggere in futuro, quando il cuore è stanco e la mente ogni tanto va in vacanza.
    Grazie dell’apprezzamento. Un saluto
    Sandra

  10. E’ già da qualche tempo che ho avuto l’occasione di imbattermi nei suoi scritti ed è stato da subito un piacere leggerli. Mi sono decisa a parlarle solo ora, dopo la lettura di questo brano, colpita dal modo in cui ha presentato le protagoniste che si scopriranno, in realtà, essere persone avanti nell’età ma che lei è riuscita a rendere senza tempo chiamandole “le ragazze”, pur riconoscendo ad ognuna una storia alle spalle. Dalla loro forza, dall’amicizia che le lega, dalla loro voglia di vivere.
    Dall’amore che lei nutre per sua madre e che si riflette su ognuna di loro. Dall’importanza che questo rito, al quale prende parte anche lei, riveste nella vita di tutte. Lei riesce sempre nei suoi scritti a tradurre in parole i sentimenti dando pienezza del loro vero significato a ciascuno di noi lettori.
    Grazie.
    Cristina

  11. X Cristina

    Ho letto con molto piacere il tuo commento (in questo sito ci diamo tutti del “tu” per abbreviare la distanza) e ne sono veramente lusingata.
    Anzi, mi sono emozionata, perchè esserti arrivata in maniera così concreta attraverso la scrittura e non la conoscenza è sicuramente merito della tua sensibilità e forse anche di quella mia capacità di cui parli.
    Grazie di cuore. Un saluto.
    Sandra

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