Lasciatemi respirare il dolce
gusto della mia terra, senza colpe
e senza rimpianti, per ritornare
a quando sedevo protetto da mani
fiduciose che confidavano nella speranza.
Ho dimenticato, rinnegato, maledetto
i primi giorni, ho finto di non riconoscere
le mani che per prime mi hanno preso e cullato,
ho finto di non sentire lo straziante lamento
del mio cuore che si struggeva cercando dimora.
Confuso, pensieroso e tenebroso ho attraversato
gli anni della giovinezza, sempre in disparte
con la coscienza, sempre così lontano dalla verità.
È adesso che, con il coraggio nel petto affronto
il più remoto me stesso nell’ultima battaglia,
sospettando di quanto ho detto fino ad ora,
di quanto ho fatto fino ad ora, di quello
che ho rappresentato fino a d ora.
È il momento della mia affermazione!
È il momento del mio stesso ritorno.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *