Premessa:
Nella mia carriera lavorativa ho assistito, in maniera sempre diretta, ad innumerevoli vicissitudini ed episodi, sia banali che eclatanti.
Storie quotidiane di felicità, di lieto fine, di gioia incontenuta, ma anche (purtroppo nella maggior parte) di angoscia, di disperazione e, nella peggiore delle situazioni, di morte!
Questa, che trascrivo qui di seguito, è una testimonianza diretta di un uomo, padre di famiglia e lavoratore, che forse a causa del suo carattere o a causa di tutti quegli elementi esterni, che ti sopprimono in quei particolari momenti, non ce l’ha fatta.
Mi ha toccato particolarmente perché mi ha reso partecipe, mi ha direttamente coinvolto con colui che ha compiuto l’ultimo, inutile e inconcepibile estremo gesto!
Mio fratello …
Volontariamente ho omesso i nomi, i luoghi e il tempo per ovvi motivi di riservatezza e rispetto per quelle famiglie duramente colpite dal fato e per chi, come mio fratello, non è più fra noi!
maggio 1998
Carissima mia adorata
carissimi Exxx, Axxxxxxxx, Jxxx Dxxxx, Dxxxxxx,
durante tutti questi gioiosi anni trascorsi insieme a voi, tra alti e bassi, come in tutte le famiglie, ho sempre cercato di portare il bene per la nostra anche a scapito di me stesso e dei miei amici, in effetti prima di tutto viene la nostra famiglia, i nostri figli e poi … tutto il resto.
Ho avuto pure il valore, malgrado la situazione in cui mi trovo, di aiutare un amico, uno dei pochi veri amici rimasti, e purtroppo non ce l’ho fatta ed ora sono giunto alla fine del mio travisato viaggio e, finalmente, ho trovato la pace e la tranquillità che forse, inconsapevolmente ed inesorabilmente, stavo già da tempo cercando.
Ho tradito la fiducia degli altri, in primis quella della mia famiglia, quella di mia figlia, quella di mia moglie, quella dei suoi figli, e quella di un angelo, da poco, entrato a far parte della nostra famiglia.
Ho dovuto combattere, lottare e sto ancora combattendo e lottando contro i miei sbagli e i miei errori, la troppa e smodata fiducia negli altri, la disperata ricerca di un aiuto mai incontrato, le avversità della vita, le fatalità della burocrazia, l’indolenza abnorme della nostra Giustizia e la perfidia di gente che non vuole vedere un uomo, sereno e tranquillo, lavorare e dedicare il suo tempo alla sua famiglia, ai suoi figli ed essere contento;
No! loro non te lo permettono!
Anzi! Io che ho sempre creduto in loro, nella loro solidarietà, sia come ex colleghi di lavoro, sia come amici, sia come confidenti!
Proprio loro, i miei amici, nei quali avevo riposto la mia totale fiducia sono stati i primi a rallegrarsi del mio sfacelo, del mio lento ed inesorabile declino come uomo, come essere umano!
Appena ne hanno l’occasione sparlano con chicchessia, irriguardosi e irrispettosi, a più non posso della mia persona, di me, dei miei sentimenti, della mia famiglia e della mia deplorevole situazione attuale e, quando mi incontrano, non indugiano a sorridermi e mi augurano una buona e felice giornata … malignando, con una incontenuta contentezza che solo quelli come loro possono esternare, sotto i baffi e godendo delle mie disgrazie che, opportunamente, commentano, travisano, contorcono, modificano e divulgano a tutti i loro conoscenti e colleghi in modo tale da sentir sparlare su di me, sulla mia situazione famigliare e sentimentale, e soprattutto finanziaria, da Chiasso sino ad Airolo e senza escludere nessun paesello, ovunque, del nostro bel Cantone …
Quanta ipocrisia! Quanto conformismo! Quanto convenzionalismo!
Che gran “merda” di uomini, rispettosamente parlando della “merda”, mi trovo attorno!
E il lato peggiore ed allo stesso tempo ironico è quello che io, ingenuamente, ho ancora la ferma convinzione che sono miei buoni amici, ex colleghi di lavoro che hanno, almeno così credevo, il Codice Deontologico, il riserbo, il tanto “decantato e rispettato” segreto d’Ufficio, l’etica morale e il lato umano, particolarmente forte, avendo fatto un giuramento dinnanzi alle Autorità e alla Costituzione.
Ma nemmeno uno di questi forti e fondamentali concetti l’ho riscontrato in loro, nessuno escluso!
Che gran bella porcheria di uomini, circoscritti e rispettati dai più, poiché “tutori della legge” con una spiccata indole di dedizione al dovere e umanità, in particolare verso un amico, un ex collega, in difficoltà bisognoso di conforto, di aiuto, di una mano amica.
Io li classifico piuttosto null’altro che delle grandissime “merde” del genere umano che si tutelano e si nascondono dietro una divisa, quale scudo impenetrabile, per il loro subdolo e bieco modo di agire, con la ferma convinzione, la loro, di agire a fin di bene e di aiuto!
La maggioranza di loro si diverte ci gode immensamente nel vedere una persona distrutta moralmente e fisicamente in special modo se quella persona è stata estromessa dalla loro cerchia perfetta, immacolata e irraggiungibile, quella del CLAN DEL POLIZIOTTO, l’elite, il non plus ultra, coloro che lavorano per il bene del prossimo e non sono eguali a nessuno, sono gli unici degni di rimanere sul piedestallo più alto rimirando la plebe, sempre e solo dall’alto verso il basso, e se fra questi vi è un loro ex collega allora bisogna cercare di rovinarlo e mandarlo a fondo più di quanto già non lo sia e senza minimamente curarsi o preoccuparsi del perché o del percome lui, loro amico, sia finito in fondo al baratro della disperazione, della miseria e della solitudine!
Mi sembra di identificare in loro madre natura che, trasformata in un branco di lupi, estromette un consimile perché malato o infetto e, se gliene capita l’occasione, lo schernisce, lo deride, lo umilia e lo allontana sino ad ucciderlo o lo spinge ad uccidersi come stanno facendo loro, si proprio loro i miei amici e ex colleghi, con me!
L’unica e sostanziale differenza è soltanto quella dettata dal fatto che il vero branco di lupi, in natura, lo fa per la sopravvivenza del branco stesso mentre loro, gli eletti del genere umano, usano la stessa tattica, ma non per sopravvivenza bensì con puro e astuto intelletto per divertimento … Questo mi da pensare e, nel contempo, mi fa ribrezzo, ripugnanza, nausea, disgusto!
Vi prego, miei cari, perdonatemi se potete e non abbiate nessuna pena per una nullità, un’inanità e un fallito come me! …
Lo so che quello che io ho fatto lo chiamano gesto sconsiderato, inutile, senza senso, senza un perché accettabile e ragionevole.
È vero, la vita è e rimane, sempre e comunque, un gran bene prezioso e unico e vale la pena di viverla …
Gran belle parole!
Certamente per uno che abbia ancora la voglia di continuare e soprattutto qualcosa e qualcuno per cui continuare e in cui credere …
A conti fatti devo purtroppo, a malincuore, ammettere e ribadire che io non ho più nulla in cui credere, in cui sperare! Ho perso la mia famiglia, mia figlia, tutti i pochi amici che mi erano rimasti e pure la dignità e la fiducia in me stesso …
tutto ineluttabilmente perso!
Credo che più in fondo di così non si possa certo cadere …
e rialzarsi diventa assai difficile e pesante, soprattutto con un fardello come il mio, da portare appresso per tutti gli anni che mi restano da vivere …
Perdonami Mamma …
anche se sfortunatamente con la tua malattia, che inesorabile ti sta consumando e ti costringe a vivere racchiusa nel tuo vuoto mondo, non capirai …
ma credo … tutto sommato, che sia meglio così!
Certamente! Causa la tua ormai debole salute, non lo sopporteresti!
Perdonami amata mia …
sebbene tutto quello che ho fatto per noi, a partire da quando ti ho conosciuta e mi sono innamorato, l’ho fatto semplicemente con tutto me stesso e con il cuore, contro il parere di tutti, anche a discapito di me stesso, della mia nomea, della mia vita, di tutto quello che avevo e che ho, conscio di dover iniziare tutto nuovamente da zero …
Perdonami Exxx …
forse un giorno, e lo spero con tutto me stesso, tu capirai; “topolino” mio adorato ……
Perdonami Axxxxxxxx …
di averti, tuo malgrado e inconsapevole, gettato in questa situazione …
Perdonami Jxxx Dxxxx …
Anche se non sei mio figlio ti ho sempre ritenuto tale e ho cercato di educarti come meglio ho potuto e in base agli insegnamenti che io ho ricevuto, da due splendidi genitori, quando avevo la tua età e, via via, crescendo sino a diventare uomo …
Perdonami Dxxxxxx …
Per averti trascinato in questa situazione travisata e che non ti appartiene …
Un angelo come te merita sicuramente di meglio …
Stai vicino al tuo adorato Axxxxxxxx, ha bisogno di te …
Siete tutto ciò che mi è rimasto di bello e buono a questo mondo, ma non vi merito! Per mera colpa mia vi ho deluso e perso … irrimediabilmente! …
E di questo ne sono pienamente edotto e consapevole!
Ho cercato, con tutte le mie forze e con tutto me stesso, di essere
un buon figlio …
un buon marito …
un buon padre …
un buon amico …
Ho fallito!
Irrimediabilmente e miserabilmente … su tutta la linea, con tutti voi!
Non riesco a sopportare il fardello e la responsabilità di questo grande e immenso peso che da troppo e lungo tempo sto trascinando
su di me …
con me …
dentro di me …
senza mai aver saputo o voluto, probabilmente a causa del mio egoismo e della mia testardaggine, valutare, apprezzare e capire quanto voi mi amiate ….
Che Dio mi abbia in gloria e mi perdoni …
ADDIO …
Non condivido la scelta di Emanuele di pubblicare online una pagina così intima, che tra l’altro non gli appartiene. L’unico scopo che ha prodotto è la denuncia post mortem di un disagio dove la facies psico-distruttiva ha elevato gli impulsi affettivi -beanti- a insanabile ferita.
E’ mia convinzione che il vivere deprivato necessiti di grande pudicizia e immensa quiete. Cordialità.
Il Fatto stesso di rifiutare il nostro corpo, ci porta a trovarci in condizione di ingiustizia nei confronti degli altri, non è buono scrivere di chi ha deciso di fermare il suo percorso, sbattendo la porta in faccia a tutti…