Barbara ricordava tutto, il vento possessivo tra i capelli, i gomiti premuti contro la ringhiera e il calore della fede, la fede che scivolava giù dal dito fino a scomparire.
Il ricordo era agrodolce, un rivedere ancora il pugno chiuso e la trazione della spalla mentre dava tensione al lancio. Il lancio. Poi, il lungo, lunghissimo volo dell’anello d’oro fino al tonfo in fondo al lago.
Un volo che la gonfiò svuotandola di un crescente ingombro, lo stesso vuoto che aveva visto pervàdere il lago dopo il viluppo esasperato delle onde, lasciandola contratta e riversa al bordo sotto il peso morto del ricordo.
I cerchi si aprivano e si chiudevano, sempre più concentrici, allargandosi sopra la superficie scura dell’acqua fino a scomparire al pari della disillusione che Barbara sentiva premerle in grembo.
L’assenza del marito non le dava scampo, l’opprimeva, l’avvinghiava dentro per contorcerla come un ramo secco.
Il ramo della vita si era spezzato sotto il peso disincantato degli anni e non sarebbe mai più stato possibile un recupero. Barbara era ricorsa al tradimento.
Erano ormai due settimane che Madleine viveva in casa loro, tra lei e il ricordo di suo marito Sergio, Madleine ribadiva che l’amore non sempre si fermava ma gettava un ponte anche nel vuoto.
Madleine compariva insieme all’ombra di Sergio nel giardino, il giardino che Sergio non aveva mai permesso a nessuno di toccare.
Le sue mani forti erano sempre state le uniche in quella terra, e sue erano interamente le rose e le spine, era lì che Sergio aveva insegnato a Barbara l’insegnamento dei virgulti.
Il graffio che una rosa produce è una richiesta di attenzione.
Così Barbara aveva finito per credere che quei fiori possedessero la stessa linfa di suo marito, la sua memoria raccolta, il gelo della sua malattia durante l’inverno e il fiore intenso della sua passione impossibile da dimenticare.
Per questo non era più riuscita a sopportarlo, Madleine non aveva il diritto di toccare quei bulbi, semplicemente perché non avrebbe saputo come trattarli. E i tagli scuri dei rami sulla pelle di Madleine dimostravano appunto che nessuno avrebbe dovuto toccarli.
Per Barbara era il suo stesso Sergio che si lamentava.
Il verde del roseto doveva restare intatto affinché l’amore per Madleine le fosse perdonato, quindi sarebbero state sue le unghie sotto cui scovare le ceneri e il terriccio mentre Madleine sarebbe stata l’ultima delle rose coltivate, la spina che più d’ogni altra era affondata nel suo cuore malato.

 

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