Un libro straordinariamente ispirato: metropolitano e mistico al contempo.
Non a caso l’ha scritto la sacerdotessa del rock: Patricia Lee Smith.
All’epoca dei fatti narrati, semplicemente Patti Lee, poco più che ventenne, fuggita dalla remota provincia rurale del New Jersey per far sbocciare la sua vita interiore, la sua fame di comunicazione, la sua arte.
Nelle prime settimane a New York non ha un soldo e dorme dove capita: panchine, scalinate, prati; la pancia vuota e i giornali come unico riparo dal freddo e dalla pioggia.
Poi un incontro fortuito e fatale: un giovane alto, magro, con un modo di camminare unico nel suo genere e la testa piena di riccioli neri. E’ Robert Mapplethorpe, uno dei principali uomini del suo destino. L’amico più caro. Quello destinato a diventare una parte imprescindibile ed eterna di Patti Lee.

Comincia un sodalizio totale, che spazia dal cibo all’espressione artistica, passando per un posto dove dormire, un lavoro per guadagnare, un letto dove fare l’amore, i dischi per passare le serate, i progetti. Tutto condiviso, un morso ciascuno.

Soltanto due ragazzini, just kids appunto, ma loro hanno in mente di fare grandi cose, e le fanno.
Tanto per cominciare si trasferiscono al Chelsea Hotel, crocevia di artisti, centro nevralgico della cultura, della follia, della droga, della magnificenza underground. Tutto quello che di lì a poco sarebbe esploso in faccia all’America puritana degli anni ’60, fermentava in quelle stanze.

Conoscono benefattori, assorbono l’elettricità dell’aria, osano. Alterne vicende, nella vita e nell’arte di entrambi. Avventure memorabili (una chiacchierata con Jimi Hendrix poco prima della sua tragica scomparsa per Patti); esperienze dilanianti (Robert a un certo punto sarà costretto a finire sul marciapiede per far fronte alle proprie ristrettezze, ma andando solo con uomini e non riuscendo più a distinguere il confine tra bisogno di denaro e reale piacere, finirà per scoprire così la sua vera natura).

Si separano, ma restano sempre uniti, come promesso anni prima; altri amori, altri volti. Nel frattempo entrambi cambiano direzione: la poetessa diventa un’acclamata rockstar, pur senza rinunciare ai suoi versi ma anzi celebrandoli in musica; l’ideatore di impossibili installazioni e audaci collages si evolve nel fotografo dell’estremo. Il tutto in un crescendo inarrestabile di incontri, di luoghi, di ricongiungimenti. E di perdite.

Just Kids non è soltanto la cronaca affascinante dell’avventura di una generazione. E’ una storia d’amore, di amicizia, di dedizione e di purezza. Un’anima profonda che rende omaggio ai suoi preziosi ricordi e che racconta il mondo di allora filtrato attraverso la sua grandezza, così che tutto si vesta della sua luce: ogni singola persona che abbia toccato, o da cui sia stata toccata a sua volta. Tutto si risveglia dal dream of life. Una persona, in particolare, a cui questo libro è dedicato e che da questo libro vuole essere celebrata: “colui che aveva riconosciuto colei che mai gli era stata sconosciuta”.

Un pensiero su “Just Kids – Patti Smith”

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