Guardava e riguardava mille volte quel pezzo di carta ancora candido e intonso, pronto ad accogliere e a custodire quel fardello che ormai come un macigno lo opprimeva e gli impediva di vedere il mondo con gli stessi occhi di prima. Gli occhi normali di una ragazzo che, adolescente, pensa a vivere spensieratamente la vita. Prima che un giorno ebbe quella sensazione strana, inspiegabile da qualsiasi essere umano, che gli attanagliò il cuore come una morsa invisibile, impedendogli quasi di proferire parola quando c’era lei. Eh si, proprio lei. Era questo il suo cruccio. Da un anno a questa parte, la sua mente sembrava aver trovato un’occupazione fissa, ogni altra cosa era come scritta nel vento: non aveva consistenza, sia che si trattasse di scuola, amici, sport, ogni argomento passava subito in secondo piano. Certo, la cosa non risulterebbe delle più originali, capirai, diranno i più, lo fanno centinaia di milioni di persone, ma per lui la cosa era diversa: lei non era la classica lei, conosciuta in discoteca magari oppure in giro per strada. Lei era una un po’ speciale: era la ragazza con la quale da anni a questa parte aveva condiviso la maggior parte delle esperienze al di fuori della sfera sentimentale, era quella ragazza che lui fino a poco fa reputava la sua migliore amica. E questa era la cosa che lo terrorizzava di più: confessare quello che lui da un po’ provava per lei era un ostacolo insormontabile, avrebbe fatto volentieri qualsiasi cosa pur di far passare quella sensazione, aveva anche provato ad uscire con altre ragazze, ma tutto era vano.
Ogni giorno che la vedeva si sforzava di comportarsi come aveva sempre fatto, e seppur con mille difficoltà, questa cosa gli era sempre riuscita. Ma quel giorno aveva detto basta, avrebbe dovuto trovare il coraggio di dirglielo, di confessare tutto, e soprattutto avrebbe dovuto trovare il coraggio di pagarne le conseguenze. Così era andato a casa sua, si era ripetuto il discorsetto mille e più volte, si era preparato a tutto. Ma come al solito appena lei, sorridente e bellissima come sempre, gli aprì la porta, il suo soffio vitale sembrò di colpo essere uscito dal suo corpo, rimasto una massa informe d’argilla. Tutto quello che riuscì a mugugnare lì davanti fu se lei avesse la versione che gli serviva. Un’altra sconfitta: e questa volta risalire sembrava l’impresa più ardua del mondo. Gli sembrò ovvio poi scartare l’ipotesi di confessare tutto a quattr’occhi, visto che aveva fallito in maniera così clamorosa. Decise così di affidarsi a quel pezzetto di carta, ma quel pezzetto era lo stesso che da ore ormai stava guardando, e sul quale non aveva ancora scritto nulla. Ogni volta che trovava l’ispirazione mista alla forza d’animo di scribacchiar qualche parola, subito nella sua mente balzava lo spettro delle consequenze: che cosa sarebbe successo se il suo amore non fosse stato ricambiato, se lei avesse reagito in maniera diversa, se questo avesse in qualche modo interrotto i loro rapporti. Di certo sarebbe stato molto duro sopportare questo. E anche quando si sforzava di pensare al meglio, cosa sarebbe successo se un giorno loro due si fossero lasciati: sarebbero rimasti amici come prima? Ed era questo il motivo per il quale anche il foglio era destinato a rimanere immacolato. Ad un tratto però finalmente riuscì a scrivere la prima parola, e subito si sorprese. Poi però ne scrisse un’altra e poi un’altra ancora. Ormai sembrava come un fiume in piena, straripamente e vigoroso, e riuscì a spiegare tutto ciò che voleva dirle. Decise quindi di consegnarle il biglietto, ma per farlo escogitò un metodo molto ingegnoso: durante un abbraccio fraterno le fece scivolare il biglietto nella tasca dei pantaloni e poi attese il momento che lei se ne accorgesse. Ad un tratto lei si mise vicino al camino e sedendosi avvertì il pezzo di carta nella tasca posteriore. Purtroppo però credendo che fosse una cartaccia lo sfilò e senza guardarlo lo gettò tra le fiamme. Per lui fu la fine.
Fu come se un milione di coltelli l’avessero trafitto e da quel momento la situazione degenerò fortemente. Credeva e forse anche giustamente, che mai avrebbe trovato il coraggio di confessare di nuovo una cosa del genere e fu così che nella sua testa, oramai a ogni minuto sempre meno lucida, si materializzò l’idea più preoccupante di tutte: quella di farla finita. Questo pensiero pian piano sostituì anche quello del suo amore, che ormai era perso per sempre. Un giorno più nero del solito tornò a casa e scrisse nuovamente una lettera, ma questa volta non sarebbe stata consegnata a nessuno. Sarebbe rimasta lì, affinchè il suo gesto fosse stato compreso dagli altri. Aveva anche indossato, per l’occasione, gli stessi vestiti del giorno che aveva sconvolto la sua esistenza, quando la sua lettera era stata bruciata. D’un tratto saltò giù dalla sedia e il suo corpo penzolò per poco prima che zac, di colpo la sua vita terminò. Ma proprio in quel momento dalla tasca della sua polo uscì un biglietto simile a quello bruciato, e che riportava le stesse parole del suo. C’era un solo dettaglio: la calligrafia era vistosamente femminile e il biglietto era firmato. Ma non da una ragazza qualsiasi: era firmato da lei.

3 commenti su “Un biglietto per dirti Ti amo”
  1. E’ stata molto emozionante ma sensata, il commento molto esplicito ma evidente, lui prova qualcosa per lei.

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