Il destino dipinge la vita come farebbe un artista dal temperamento umorale.
Con pennelli intrisi di caso, egli sparge lieve il colore essenziale su di una tela vergine e, con la stessa tecnica, aggiunge uno strato dopo l’altro, un dettaglio dopo l’altro, che il colore, asciugando, imprime nella tela dell’anima.
Non segue uno schema preciso; non ha nessuno a cui rendere conto.
Accenna bozzetti titubanti e li cestina per motivi solo a lui noti oppure, fervidamente ispirato, ne fa proscenio il mondo o ancora ammonticchia deliziosi piccoli esercizi di stile, spettacolari quanto privi di gloria.
L’essenziale è che tutte queste opere, meravigliose per se stesse, esistono nell’infinito tempo, e qualcuno le ricorda.