Perché non chiami,
che c’è amore,
stai male,
sei lontana,
distratta,
non hai voglia
di me,
non mi pensi;
cosa c’è,
qualche nuvola
ti turba,
qualche cosa nuova,
sei staccata,
indolente,
non chiami,
non ti sento,
che c’è,
che c’è;
sei stanca di noi,
e non lo dici,
te ne stai andando,
e non lo so;
perché non chiami,
perché non chiami,
amore,
non dimenticarmi,
perché non chiami,
cosa c’è,
qualcosa ci separa,
cosa c’è.
Stefano, non cercare dove non vuoi essere trovato.
Riparti, ripresentati, usa lo stile che contraddistingue un uomo da un altro.
Riproponiti al mondo femminile, non ti impiantare come un legno che si ferma nel corso dell’acqua e marcisce in balìa della corrente.
Sii tu la corrente, forza parti ora vai, la notte ti aspetta parla ridi trova chi il destino ti mette davanti…
Vivi non aspettare più nessuno come io non saluto più nessuno che non sia un arrivederci…
Parola di folletto…
Quando l’amore finisce, i colloqui diventano monologhi, le domande hanno risposte implicite, i punti di domanda diventano punti fermi.
Hai ben reso l’idea.
Mi è piaciuta.
anna
5 st