Il sole mi piomba addosso

con tutta la forza del creato.

Qui in fronte a te lago

grande lago di Garda

sovrano innocente di un luogo

in cui tutto mi parla di storia.

Storia di generazioni vissute

all’ombra ambiziosa del loro divenire

poeti per sempre tristi.

Tristi come le azioni

che in un quotidiano ormai passato

gli è toccato di fare.

Evoluzioni di anime cresciute

nel riflesso del Garda.

Nel silenzioso riverbero del sole

parla ancora o grande lago

per chi si è fermato ad ascoltare.

6 pensiero su “Nel Sole”
  1. La neve cade sovrana nel suo divenire

    La meditazione di chi regna sovrano

    …s’inchina al generale inverno che possa regnare sovrano…

    e adesso anche il lago di Garda è un sovrano…

    Ne potrei portare altri di esempi di questo tipo. Mi sembrano sempre le stesse frasi, parole o aggettivi ripetuti e riadattati. “gli è toccato di fare”, ma è corretto? Non si dovrebbe dire “gli è toccato fare”?

  2. Quando la natura cattura il nostro sguardo e il nostro pensiero, tanto da pennellare d’inchiostro la carta, a mio avviso, niente è scontato,
    come non lo è la bellezza della Vita.
    Il gusto poi, e tutt’altra cosa.
    Probabilmente per il: – gli è toccato di fare-
    avrai avuto la ” licenza poetica…”
    Buon Anno.
    sandra

  3. Buon anno folletto.
    Questa è una buona poesia, essenziale e molto “topografica” perchè poteva essere scritta solo da chi conosce bene il luogo descritto.
    Bravo! Un caro saluto. QS-TANZ.

  4. Ciò che mi colpisce di questa poesia è il suo motivo ispiratore e di foscoliana memoria : a grandi cose spingono le memorie dei Grandi (la citazione è libera).
    Credo che Folletto intenda dire che perfino uno spirito libero come il suo che fatica a contenersi nella quotidianità abitudinaria, davanti alla bellezza di uno spettacolo naturale che per secoli gli uomini hanno ammirato lasciandovi vestigia di sè, non può non sentirsi anello di una catena di vita e parte della storia dell’uomo.
    L’idea di “sovrano” che torna nei suoi componimenti, non penso sia da attribuire alla povertà di linguaggio che non mi pare abbia mai mostrato, ma alla sua fase di sentimento e di espressione in cui si scopre piccolo a confronto dell’immenso e parte dell’immensità stessa che tutto abbraccia, quasi in una forma di panteistica partecipazione al miracolo dell’esistenza.
    Per particolari forme espressive, poi, come dice Sandra, ognuno ha diritto a una qualche licenza poetica, talvolta dettata anche dalla regionalità.
    Per quanto mi riguarda, apprezzo l’attenzione di Vale (sta per Valentina?) che appartiene alla categoria di coloro che leggono tutto pazientemente, confrontano e si confrontano.
    E’ il principio che sta alla base dell’apprendimento e del miglioramento personale e collettivo.
    anna

  5. Dobbiamo apprezzare il folletto che associa ricordi storici ad un luogo solitamente vacanziero, peccato per l’italiano… anche “in fronte a te” non è proprio corretto…

  6. Assolutamente vero quello che ho letto.
    Mi intristisco per quelle anime che vedono nella mia fantasiosa grammatica, un motivo per non leggere quello che le mie frasi vogliono portare nel cuore di chi legge.
    E allora tutti ritti nel ribadire come bisogna scrivere, leggere, parlare.
    Come misteriosi soldatini ombre cupe di un divenire ormai già passato.
    Bella gente sorridete, il mondo fuori e ricco di colori ancora da scoprire.
    Il “FOLLETTO” si inchina soltanto davanti alla sua vera maestra.
    Grazie Anna in te trovo il coraggio di leggere e scrivere quello che vedo dentro, gli altri che si occupino pure della postura, sarà con piacere che il folletto scriverà ancora con più fantasia di prima, a voi il compito di correggere il mondo, a me quello di interpretare quel che vedo ogni giorno….
    Grazie di aver letto, vi stimo per quel che site, al prossimo dispetto :)…

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