Ormai stavano parlando da più di un’ora. Era sempre così quando si vedevano. Il tempo scivolava via veloce senza che se ne rendessero conto.
“Non lo so perchè. Sarà perchè essendo in ferie ho più tempo a disposizione e invece di fare come le persone normali che si dedicano al giardinaggio, al collezionare scarafaggi o a ridipingere le pareti di casa, beh… io non ci posso fare niente. Inizio ad arrovellarmi con pensieri strani che poi richiamano altri pensieri… e così via. Il risultato è che mi sento come un criceto”
“Un criceto? Che c’entrano i criceti scusa?” le chiese spalancando gli occhi Serena.
“Hai presente il criceto che aveva quella nostra compagna di classe delle elementari?? Com’è che si chiamava… Dai, quella bassa, tozza e con i baffi!!”
“Ah… Lina… Lina qualcosa, non ricordo il cognome! Comunque, a me sembra che stai peggiorando. Mi dici cosa c’entra Lina, la proprietaria del criceto, con i tuoi arrovellamenti o come li chiami tu, con cui mi stai stressando la vita da più di un’ora?”. Nonostante Claudia fosse piuttosto permalosa, conosceva Serena da più di vent’anni, ossia dalla prima elementare. Pertanto era una delle poche persone a cui permetteva di rivolgersi a lei in quel modo senza metterle il muso o rispondere con una delle sue battute da acidella che a volte la contraddistinguevano.
“C’entra… c’entra e come! Io andavo a casa sua a fare i compiti solo per giocare con il criceto, che mia mamma non mi voleva comprare perchè diceva che portava malattie. Insomma, a casa sua c’era sempre buio e poi quando si entrava si sentiva sempre una strano puzzo di minestrone. Da lei non si mangiava mai robina leggera. Ricordo che una volta sua nonna per merenda ci aveva preparato il pane con lo strutto. Ti rendi conto, e…”
Claudia si rese conto che, come sempre, stava divagando. Serena usava farglielo notare, mimando con l’indice e il medio il gesto di un paio di forbici, come a dire… “Ciccia, taglia!!”.
“Si, si, hai ragione. Insomma, il criceto che era morbido e calduccio, spesso iniziava a correre come una matto nella ruota che aveva nella gabbia. Lina diceva che lui si divertiva un sacco con quella ruota, che era il suo modo di giocare. A me in realtà faceva unpo’ impressione. Mi sembrava che fosse come intrappolato in un gioco senza fine. Correva, correva si… ma alla fine restava sempre lì. Capisci?”
“In realtà, no. Claudia, si tratta di un criceto! Cosa volevi che facesse? Che si mettesse a darti spiegazioni filosofiche sui grandi perchè della vita?”
“Oh… sei tanto una brava ragazza, ma sei sempre stata un po’ zuccona purtroppo. Quello che voglio dirti è che, quando mi prendono questi momenti è come se anch’io fossi in bilico su quella ruota, e corro, corro, sempre più velocemente, senza mai fermarmi. È mentre corro, mi scordo anche il motivo per cui ho iniziato questo folle gioco. Mi affatico da morire, ma rimango sempre lì. Questo volevo dire. Quando mi prendono queste giornate strane, che poi guarda caso, come ciliegina sulla torta nove volte su dieci ci si mette anche il tempo da schifo a corollare nel migliore dei modi il mio umore… insomma, quando mi prende così, inizio a pensare…”
Claudia si fermò un attimo. “ Ma insomma Claudia, hai una vita invidiabile, hai raggiunto un sacco di traguardi importanti a poco più di trent’anni. Hai un uomo meraviglioso che ti ama… ti ci devi impegnare proprio per farti dei problemi?”
“Ti è mai capitato di pensare relativamente alla tua vita… è se tutto questo finisse? Così, da un momento all’altro? Una mattina ti svegli, ti sembra una noiosa e normale mattina come tutte le altre. Pensi alle cose che dovrai fare durante la giornata, ma non ti immagini neanche che dietro l’angolo… di lì a qualche ora potrebbe accadere qualcosa che in un istante, dico… in un solo attimo… andrà a sconvolgere tutto quello che hai faticosamente costruito fino ad allora in tutta la tua esistenza? In un secondo… è questo che a volte mi sconvolge. Lo so che forse sono un po’ paranoica. Ma in questo periodo un po’ strano che sto passando, faccio fatica a buttare giù questa cosa. Forse mi è presa così proprio perchè, paradossalmente, sono in un momento particolarmente positivo. Ultimamente mi sono capitate tutte insieme moltissime cose belle, come forse non mi era mai successo prima. Ed allora, forse perchè non ci sono abituata a tanta positività, o forse perchè come dici te, ho un talento particolare nel non godermi l’attimo ma nel voler sempre analizzare nei minimi dettagli le cose che mi succedono… mi viene da pensare… e se tutto questo che ho sempre voluto, sognato, desiderato… per il quale ho faticato anni… se tutto questo dovesse, per un motivo o un altro scomparire? Avrei ancora la forza di tirarmi su?”
“Adesso sto iniziando a capirci qualcosa. Ti riferisci a due anni fa? Quei momenti difficili sono passati Claudia, davvero” le disse la sua amica sfiorandole un mano e guardandola dritta negli occhi. “Devi buttarti tutta alle spalle una volta per tutte! Non ci sono solo sofferenze per fortuna in questa cavolo di vita. Ci sono anche tante gioie. E quando ci troviamo a viverle dovremmo soltanto godercele. E non stare sugli attenti come fai tu! È come se fossi perennemente con le antenne alzate, attenta ad ogni minimo segnale che ti annuncerà che la catastrofe che ti aspettavi sta arrivando. Non è così che funziona Cla, davvero!! Stai sbagliando tutto. Ti ricordi la nostra prof di italiano delle superiori, quando ci diceva sempre: Chi vuol essere lieto sia, di doman non v’è certezza?”
“Ma chi? La pazza della professoressa Allori? Quella che si metteva sempre quelle assurde gonne scozzesi e che andava in giro con in testa una nuvola di capelli permanentati che sembravano sempre spazzolati vigorosamente? Ti ricordi quando una volta che mi stava interrogando mi chies…”
“Cla, non cominciare a divigare un’altra volta. Quello che ti voglio dire è che, nessuno di noi sa cosa gli succederà durante la giornata quando la mattina apre gli occhi. Nessuno in questo mondo. E, effettivamente, il bello sta proprio in questo no? Leggeresti un libro che sai già come va a finire? Non perderesti il gusto della lettura che separa la prima pagina dall’ultima? Il gusto di viversi il momento, il viaggio per così dire?”
“Ecco che viene fuori la psicologa di matrice junghiana che è in te!” disse Claudia per prenderla in giro, ma in realtà si rendeva conto che aveva ragione.
“Si si, prendi pure in giro. Intanto stai ricominciando a farti prendere dalla mania di voler tenere tutto sotto controllo. Non è così che si vive Claudia. In questo modo si sopravvive. È come andare in macchina con il freno a mano tirato. Non è che eviti l’incidente! E per di più rovini anche il motore. Lasciati andare! Vivi il momento e non stare a farti tutti questi problemi inutili. Noi possiamo desiderare delle cose, possiamo mettercela tutta per far si che queste accadano ma poi dobbiamo fare i conti con le altre persone che fanno parte, nel bene e nel male della nostra vita, e che ci sono necessarie per raggiungere i nostri obiettivi. Ed in più con una serie di eventi, belli o brutti, che la vita ci mette di fronte e che spesso possono farci deviare dal percorso che ci eravamo scelti. E non è detto che, a conti fatti poi, anche qualora dovessimo vermanente deviare dalla strada che ci eravamo prefissati, le cose non possano rivelarsi comunque meglio di quello che potevamo immaginarci.”
Mentre Serena parlava, il suo cellulare iniziò a squillare con una musichina assurda che a Claudia ricordava le canzoni che da piccola sentiva ai veglioni di Carnevale, di quelle che fanno venire voglia di mettersi a fare il trenino. Nel locale dove si trovavano non c’era linea, pertanto Serena uscì un attimo in strada per riuscire a parlare con la persona che l’aveva chiamata.
Claudia la guardava gesticolare e fare cenni di assenso con la testa. Voleva bene alla sua amica psicologa un po’ strampalata, ma sempre pronta a correre da lei nel momento del bisogno. Mentre stava pensando a queste cose, si rese conto che il groppo duro e freddo che le si era formato all’altezza dello stomaco era sparito. Anche Serena se ne accorse quando una volta finita la telefonata, rientrò nel pub. Le bastò solo un’occhiata.
Probabilmente è a questo che servono le amiche, quelle vere, intendo.
..del doman non v’è certezza…, è una cosa che fa impaurire ma è così ed è questa la magia della vita. Avanti, con fiducia, sorriso e speranza.
5st. sandra
5 stelle.
Una, almeno, illuminerà la strada della protagonista di questa storia che vive l’oggi e teme il domani.
E lo teme così tanto che non riesce a godere la piacevolezza della vita quotidiana che non le nega soddisfazioni e gioie.
Perchè questo le succede?
Forse perchè non si ritiene degna della vita che sta vivendo.
La felicità, però, è un insieme di tanti momenti piacevoli riconosciuti come tali e apprezzati.
Non esiste la giornata felice, ma esistono 24 ore composte ciascuna da 60 minuti, ognuno dei quali è costituito da 60 secondi, di serenità.
Tante piccole serenità messe in fila una dietro l’altra fanno una giornata serena, tranquilla e, perchè no? anche felice.
E si può essere felici non perchè “di doman non v’è certezza”, ma perchè “oggi” si è felici.
Il tempo potrebbe anche fermarsi.
(… E la felicità essere eterna!)
Un abbraccio
anna
Grazie 1000 per i commenti positivi! Mi danno la forza per continuare a scrivere, una delle mie attività preferite che purtroppo avevo un pò tralasciato.. A presto