Fra la posta trovai l’invito di Superbia per l’orgia dei sentimenti. Nonostante non provi molta simpatia per lei (ti faceva sentire sempre come un nano a suo confronto), decisi di andarci.
Quella sera mi aprì Superbia in persona. Aveva una casa bellissima. Mi condusse in sala, una stanza maestosa ammobiliata con gusto. Qua e là erano stati disposti vari materassi sul pavimento così tirato a lucido da potercisi specchiare.
Erano già tutti lì.
Magnifico! ero arrivato per ultimo, come al solito ero in ritardo. Tuttavia nessuno ci fece caso, solo Puntualità mi guardò male. Me l’ero giocata anche stavolta.
Superbia mi presentò al marito, Orgoglio, che mi mostrò con piacere l’interminabile varietà di alcolici a disposizione degli ospiti, i cibi e dov’erano i bagni, naturalmente pulitissimi. Per tutto il resto potevo chiedere alla cameriera, certa Umiltà, una ragazza gracilina e spaurita, occhi di cerbiatto.
Mi misi subito all’opera con una bottiglia di brandy attirando così l’attenzione di Simpatia, che mi si strusciò addosso. Non mi ci volle molto per portarla con me in bagno. Era una ragazza amabile.
Quando tornai, Tristezza si era tolta il suo vestito nero e ballava nuda, subito seguita da Monotonia, che lasciò il suo completo grigio cadere ai suoi piedi. Sul loro esempio poi tutti si spogliarono.
Davanti a tutti Violenza e Oscenità si gettarono su un materasso in una lotta furibonda, volarono capelli strappati e qualche schiaffo.
Io ci provai con Lontananza, ma quella scappava via e teneva le distanze ridendo. Credo che il suo più grande piacere fosse sentirsi irraggiungibile. Non ero in vena di simili giochetti. Rinunciai.
Mi accorsi allora che Malizia mi fissava col desiderio che le brillava negli occhi. Le presi la mano e la spinsi sul letto. Ci sapeva fare, eccome. Quando mi lasciò notai che Pudicizia era ancora vestita.
Teneva la mano a Timidezza. Mi avvicinai e arrossirono. Le presi in disparte e le spogliai con delicatezza. Arrossirono ancor di più, ma adesso erano a loro agio. Accidenti erano brave ragazze e i loro modi da bambine mi facevano impazzire. Ma per loro sarebbe stato troppo. Andava bene così, per ora, poi più tardi, forse…
Intanto Felicità si dava interamente alla sfrenata Gioia e il loro amplesso divertiva un pò tutti.
Andai deciso da Solitudine. Appoggiati al muro la facevo gemere mentre lei si sforzava di spiegarmi nell’orecchio quanto fosse triste e sola. Mi mise un pò d’angoscia e allora la lasciai. Ma non riuscivo a non pensare alla sua infelicità che mi contagiò non poco. Mi diedi all’ottimo vino di Orgoglio, ma senza accorgermi di aver superato il mio limite, caddi a terra. Ero proprio ubriaco e non riuscivo a rialzarmi.
Pietà mi guardava con Compassione, e finalmente si decisero a raccogliermi. Mi misero su un materasso, fra loro due. Mi rimisero al mondo! nessuno sapeva consolare come loro.
Mi rialzai con un balzo da leone e corsi da Fantasia. Era la più bella. Si fece rincorrere. Si nascondeva nei posti più disparati, ma alla fine la presi sotto al grande tavolo che reggeva gli alcolici. Sapevo benissimo che non era merito mio, perché se non avesse voluto che l’acciuffassi non ci sarei mai riuscito. E’ stato bellissimo come un salto nel vuoto. Non poteva durare. Infatti arrivò Gelosia. La maledetta scacciò la mia Fantasia.
Gelosia mi stava dietro da tutta la sera e mi voleva solo per lei. L’assecondai e nel piccolo sgabuzzino, dove l’accompagnai con l’inganno, ce la rinchiusi. Poteva bussare quanto voleva, la musica avrebbe coperto comunque le sue urla.
Tornai nell’occhio del ciclone e vorticai con Paura in una danza frenetica. Alla fine siamo caduti sul morbido divano. Ridevamo ma lei improvvisamente si bloccò. Mi fissò e poi scappò via. Che strana ragazza… cercai uno specchio per capire cos’avevo di tanto spaventoso.
Lo trovai ma davanti c’era Vanità che si girava e rigirava compiaciuta. Le presi i fianchi e ci gettammo sul letto. Era egocentrica e piena di sé ma se non ci pensavi e ti concentravi su quel corpo prosperoso… da perdere la testa!
Mi sfiancò prima di lasciarmi andare. Quando tornai dagli altri trovai Innocenza che mi offrì da fumare e non erano sigarette. Mi disse che gliele aveva date Tentazione. Fumammo insieme e insieme riacquistammo quel tanto di forza per viaggiare in un amplesso leggero e magnifico da uccelli in volo per la calda Africa. Tornammo mano nella mano dalle migrazioni autunnali e Perfidia mi fece cadere. Era molto invidioso. Avevo voglia di colpirlo quando Vendetta mi precedette a regolare qualche vecchio torto che non so.
I due si picchiavano selvaggiamente. Intervenne allora Bontà a calmare gli animi ma quando venne colpito da un pugno vagante perse il suo buonsenso e si gettò nella mischia. Ormai la rissa era incontenibile.
Me ne tenni alla larga. Avevo campo libero!
Notai che Emotività era rimasta scossa dalla vista del sangue. La portai lontano dal disordine della sala e con le carezze le feci dimenticare la violenza. Alla fine si calmò e si abbandonò fra le mie braccia mentre mi muovevo su di lei sempre più velocemente.
Giunti alla conclusione si addormentò esausta. Tornai in sala per l’ultimo bicchiere.
Si erano addormentati tutti coi pugni chiusi a mezz’aria e le facce ancora abbrutite dall’odio, gonfi di lividi, sembrava uno di quei complessi contorti dell’arte ellenica. Andai a letto, anch’io non ce la facevo davvero più e poi ormai dormivano tutti.
La mattina era un grosso cerchio da tempia a tempia. Nessuno trovava più i suoi vestiti. Felicità si mise il celeste di Trascendenza, Banalità non trovava il suo arlecchino e si vestì di verde. Io ringraziai e salutai Superbia.
Me ne andai vestito di Malinconia.
Eh beh….. inizialmente ricorda troppo un vecchio aneddoto che girava già nei ’90, ma devo dire che questo è molto meglio.
Grazie. Meph.
Fantastico!!!