La puzza di cipolla si sparse per tutta la stanza, uscì dalla finestra aperta sulla piazza, si infilò velocemente nella porta della farmacia di fronte, risucchiata dalla scia d’aria appena percettibile, causata dalla signora Ratti che andava a comprare la citrosodina.   

Elisa piangendo si lavò le mani sotto il getto dell’acqua e si affacciò alla finestra per riposare gli occhi. Il farmacista era un bell’uomo bruno coi baffi, sposato, che aveva una relazione con Mariella, la commessa della pasticceria Bianchi. Ma le cose mutano velocemente e in questo caso per l’appunto la sera prima, quando Mariella era tornata a casa piangente dal loro consueto appuntamento, con la sensazione che niente sarebbe stato più come prima. Sotto il salice piangente, nella loro stradina di periferia ove usavano incontrarsi, aveva trovato sì il camper Bedford grigio che lui aveva acquistato per consumare il loro amore, ma insoliti gemiti facevano supporre che il giaciglio di fouton fosse occupato e il Piero già in azione… finchè un urlo squarciò l’aria facendo levare in volo coreografico i passeri appollaiati sui rami. Il volto scarmigliato della Corinna, tette da oscar, era ancora offuscato dal  piacere che l’aveva avviluppata pochi istanti prima, quando un lampo accecante biancolatte la inondò. Non fece in tempo a coprire le tette e d’altra parte anche il Piero giaceva nudo e privo di sensi.  

– Sarà contenta tua moglie – sentirono sibilare, mentre Piero sollevando una palpebra scorgeva l’obiettivo di una macchina fotografica e un po’ più sotto le labbra della Mariella, piegate in un sorriso sprezzante.  

La Mariella fece la sua uscita di scena in modo trionfale, scuotendo la macchina fotografica: senza lacrime. Tutto le venne talmente facile che le parve, come aveva sempre sospettato, di avere un temperamento da attrice drammatica. E una così era andata a buttarsi via con un farmacista? 

Quando la puzza di cipolla dunque entrò nella farmacia, seguendo la signora Ratti, Piero aveva ancora negli occhi gli occhi di Corinna, ma l’immagine si sovrapponeva a tutto quel ben di dio che era stato ripreso in primo piano dalla pellicola. Il percorso obbligato volto, tette, foto; foto? Aveva il duplice effetto di causargli un  tumulto che dal basso risaliva violentemente fino allo stomaco per essere ricacciato giù da un dolore toracico, che si materializzava nel volto severo della moglie intestataria della farmacia e al di lei conto in banca.  

La signora Ratti tossicchiò alcune volte prima di essere messa a fuoco, protestò che non aveva domandato tranquillanti, afferrò finalmente la citrosodina e uscì in fretta lamentandosi a voce alta dell’odore .  

Il Piero era rimasto in piedi con entrambe le mani appoggiate al bancone, il corpo inclinato in avanti e lo sguardo perso nel vuoto.

Doveva assolutamente essere gentile con Mariella, pensava, doveva continuare a incontrarla e questo imperativo categorico si scontrava con l’alchimia dell’amore che si sa negli uomini procede in linea retta, e in quel momento si dirigeva verso un torrente d’acqua sorgiva purissima che sfociava in una piscina naturale immersa tra i pini, dove vedeva con l’occhio della mente dimentica di tutto guizzare, ninfa incandescente, la sua Corinna dal corpo grande e dalla pelle bianchissima.  

– Più bianca della Dellera, – concluse tra sè. 

– Ma che mi succede –  sospirò mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime… 

– però, ancora mi ama – sussurrò tra sè la Mariella che lo stava spiando da dietro le tendine della pasticceria nel cogliere quell’intimo attimo di commozione. 

– Mariella un cliente! –  

la voce acida la signora Bianchi la sfiorò come un’eco lontana, senza riuscire a riportarla alla realtà. 

Il Piero dunque piangeva; un così strano languore non l’aveva mai provato e i suoi occhi umidi le sembrarono la prova del vero amore.  

E’ vero il Piero piangeva. Per Corinna. E ne era stupito lui per primo.  

Mai che avesse pianto per una donna.. Tra un’ora Corinna avrebbe chiamato, ma gli aveva già intimato che in quel giaciglio da zingari non sarebbe più tornata; e nemmeno avrebbe accettato di trovarsi di fronte quella pazza armata di macchina fotografica. Altrimenti il Piero avrebbe potuto seguitare a consolarsi, aveva aggiunto, con quella foto. 

I pensieri continuavano a perseguitarlo: dove poteva portarla se non nel Bedford? 

Assalito dall’angoscia non resistette e telefonò subito a Corinna… e la ragazza dovette essere piuttosto convincente, visto che Piero uscì sbattendo platealmente la porta della farmacia per correre al suo appuntamento (altro che i canestri pieni di paste che gli portava quell’insulsa della Mariella).  

Lo videro tutti. Lo vide Elisa dalla finestra; lo vide il fiorista che gli consigliò 5 rose rosse, quelle della passione, lo vide anche la Mariella ma un’occhiataccia della Bianchi le impedì di corrergli dietro. 

La Mariella con il sesto senso che hanno anche le donne meno attente, comprese che non ci sarebbe stata una seconda chance.  

Furibonda andò in bagno; arrotolò la gonna in vita e uscì ancheggiando con una minigonna vertiginosa che metteva in luce il suo punto forte, le gambe, sotto lo sguardo sbigottito della Bianchi. Era l’ora di quei bancari dallo stipendio sicuro e dal sesso scontato. Per la seconda volta in un giorno Mariella si rimangiò le teorie degli ultimi dieci anni – Odio i bancari – aveva detto sempre al Piero, mentre si rimpinzavano insieme di paste!  

Andò a servire a un tavolo. Nessuno sa cosa disse. In pochi videro il suo volto. In due scorsero una luce molto molto particolare negli occhi. Solo uno sentì le sue parole.  

Dopo il pranzo tutti la videro salutare la Bianchi che stava già scrivendo la sua lettera di licenziamento e uscire a braccetto di quel suo spasimante da sempre.  

Per lei era una ripicca. A lui non pareva vero.  

Andarono dritti a casa di lui e nell’ingresso la Mariella gli versò addosso la boccetta di Chanel uomo che non aveva fatto in tempo a regalare a Piero; poi gli fece appiccicare sopra le labbra un lungo ciuffo di suoi capelli neri: per offuscare il ricordo del Piero. E poi…

l’avrebbe sposato 3 mesi più tardi. 

 

Elisa aveva ancora gli occhi umidi ma non credette ai suoi occhi quando vide il bedford grigio fermarsi davanti a casa sua alla finestra, il Piero scendere, entrare in farmacia per uscirne subito dopo con due scatoloni di vitamine, fischiettando. Piero la salutò.  

– Parto per la Norvegia – 

le urlò felice, con la Corinna – aggiunse, e abbassando un po’ la voce:- lo dice lei a mia moglie? – 

 

Le cipolle friggevano lentamente nell’olio, Elisa si stava ritirando quando vide Marta che arrancava verso la porta della pasticceria. Il locale era strapieno e la Bianchi ansimava nel retro pensando al modo in cui quell’ingrata dalla Mariella se n’era andata.

Dietro al bancone il fratello si arrabattava come meglio poteva per servire cioccolate e pasticcini. 

La Marta fu una visione; timido e brutto lui, colse nello sguardo di lei la stessa tristezza appena celata da un sorriso (i grassi sono sempre allegri) lo stesso profondo dolore per essere al mond.. 

Era la prima volta che Marta sentiva uno sguardo su di lei. Speriamo non abbassi gli occhi pensò. 

Il sotto era tutto uno sbaglio. Aveva però bei capelli e cosa su cui nessuno si era soffermato sino ad ora, un bel volto dai lineamenti fini – anche se un po’ nascosti sotto il triplomento – pensò il pasticcere. 

Marta stava in piedi in mezzo alla pasticceria – indifesa -, mentre sentiva inveire la Bianchi, quando si apri la porta e l’effluvio di cipolle investì il pasticcere facendogli venire le lacrime agli occhi. Lui la  vide allora risaltare su uno sfondo offuscato, angelica. 

Prendendo in quel preciso istante coraggio a 2 mani, Marta si offrì d’impulso di sostituire la Mariella.  

– Solo per oggi -, aggiunse rapida. Era tanto abituata ai rifiuti che si era già voltata per uscire quando si senti prendere per le spalle.  

Il pasticcere le infilò il cappellino in testa:  

– il camice lo faremo su misura -,  

disse esaminandole il corpo:  

– le darò lo stesso stipendio della Mariella… uhm… forse un po’ di più… bisognerà solo allargare il passaggio – proseguì, vedendola strisciare rossa di vergogna nell’apertura del bancone. 

– Quella goffona lì? – 

Si sentì urlare nel retro la Bianchi al fratello. E invece pian piano Marta avrebbe preso confidenza con la gente, scoprendo di essere affatto antipatica.  

Marta insomma sarebbe stata una rivelazione.  

La sua goffaggine avrebbe lasciato il posto a una docile e serena calma interiore con la quale avrebbe in seguito conquistato i clienti e sposato il pasticcere. 

E così in un giorno tutto cambiò in quel piccolo paese di provincia, il farmacista scappava con una fanciulla svedese, la sua fidanzata si consolava portando finalmente un po’ di gioia a un ragazzo timido, la Marta avrebbe finalmente avuto un po’ di felicità. La farmacista no: – ma ha i soldi – dicevano tutti – e due corna lunghe così! – scuotevano la testa i vecchietti ridacchiando.

Insomma come spesso accade e non ci rendiamo conto, è sufficiente una piccola cosa insignificante come una corrente d’aria o aromatica come un effluvio di cipolla a scombinare piani di anni e mutare destini apparentemente decisi. 

Contro tutti coloro che asseriscono di poter conoscere il passato e il futuro di una persona soltanto guardandola in faccia.

Elisa finalmente si mangiò la sua frittata priva ormai di profumo e dovette andare a comprare la citrosodina per riuscire a digerirla. Ma quando appoggiò la mano alla porta della farmacia per entrare, fu colta da un timore irrazionale, uno strano languore, un sospetto infondato.

Improvvisamente lasciò la presa e attraversò la strada a passi rapidi entrando in un caffè: – mi dia un digestivo per cortesia -.

 

Un pensiero su “Coincidenze”
  1. Conoscere il passato o il futuro….
    E quando conoscere se stessi..
    Bella.

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