È assurdo perché faccio di tutto per vagare nelle ombre della vita e poi, pensa un po’, mi ritrovo a scendere questi scalini umidi, scivolosi. Mi ritrovo a battere il capo contro una cordicella. La tiro. Il mondo vive. Una luce intensa cerca di spezzare il male che si cela nell’oscurità. In mano ho un sacchetto. Cammino. Mi guardo intorno. Cerco di sentirmi a mio agio. Chiudo gli occhi. Respiro il puzzo che è in questa caverna. Inizio a sentire la sua presenza, il suo lamento continuo. Ha fame, vuole mangiare, vuole nutrirsi di qualcosa che si cela nel cuore della Terra, che si cela nell’animo umano. Ha voglia di me. E pensare che invano ho tentato ogni via di fuga. E ora eccomi qui giù, nel cuore del mondo a dar da mangiare alla bestia.
Prendo il sacchetto e lo lancio all’interno della gabbia. Vorrei guardare la sua figura, vedere com’è fatta, di cosa è fatta, quali spiriti invadono il suo corpo. No, non ho di questa forza. Preferisco pensare alla luce, al mondo delle ombre che viene travolto, investito da un fascio di luce così forte da disintegrare ogni forma di male, ogni forma di vita. Cerco un posto dove sedermi. Sento la bestia mangiare, sbava. La sento sbavare, ululare. Che strano mondo che è questo! Rinchiusa qui sotto dove nessuno può vederla. Eppure tutti LORO fanno a gara per vantarsi di conoscere la sua anima. Ah, povera umanità! Guardali, con i loro occhi fieri che lanciano sguardi dove il loro cervello non può arrivare. Dio, comincio a pensare come un folle. Sto impazzendo. Deve essere il puzzo che si cela nella caverna. Una puzza infernale che aspettava di sentirsi viva annaffiando le mie narici. In fin dei conti sono un demiurgo, riesco a dar vita a cose che il mondo non riesce nemmeno a sognarsi. Di cosa sto parlando? Niente. Dannazione! Quest’aria opprime la mia mente. Non riesco a pensare, solo stralci di ricordi che mi ingannano. Sento le carezze di un passato toccare il mio volto, vedo fatti accaduti che accusano la mia persona. Le vedo le LORO mani, le LORO dita indicare me, io PERSONA. Ho voglia di gridare. Disgraziati! Lasciatemi in pace! Cosa ne sapete di me, voi che siete chiusi nella mente del malato? Non vedete che state urlando dalle gabbie della nevrosi? Oh, poveri folli. E questo puzzo che c’è qui dentro, la sua presenza, questo essere squallido, sembra che mi stia facendo diventare come LORO.
Oh, che eterno soffrire è tutto questo! Perché mai è toccato a me scendere qui giù, in questa umida caverna, a dar da mangiare alla bestia? Sentitela come grugnisce. Maiale, sporco lurido maiale. Mangia, mangia la mia anima, mangia i miei sentimenti, le mie emozioni. Io ho da donarti solo queste lacrime, lacrime di cui non conosco il significato. Il viso che si bagna di un passato che credevo aver dimenticato. Mi porto il volto tra le mani e piango. Piango forte. La bestia urla, io urlo. Il mondo sembra essersi fermato in questo momento. Un attimo che si svolge nelle grida della disperazione. Cercavo solo di capire. Vedo questo bambino davanti a me. Piccolo, mal vestito. Si sforza di non piangere. Non deve piangere, ripete. Cosa succede se piangi, bambino? Mi picchiano, mi picchiano. È un ripetersi di frasi pronunciate da nessuno. Il mondo si è dimenticato di noi, bambino. Com’è dura risalire quei gradini e affacciarsi al mondo pieno di luce. Chi ha questo coraggio? Piangi bambino, non aver paura, non ho intenzione di picchiarti. Picchiarti per cosa poi? Come si può ferire la dolce anima vellutata di un corpo che ancora non conosce i frutti del male chiamati UOMINI? Oh, povero bambino. Piangi, piangi ora e per sempre. Questo è il tuo momento, questa è la tua occasione. Io non resterò qui giù per sempre a sperare che il mondo lì sopra cambi. No, non posso farlo, sarebbe da pazzi. LORO sono i pazzi, io sono soltanto un anormale, un subnormale che cerca di vivere nella foresta chiamata VITA.

3 pensiero su “La bestia”
  1. Mi son venuti i brividi leggendoti.
    Gli uomini…..
    Non la rileggerò anche se so mi rimarra dentro per un po’, il conforto della fede mi proteggerà spero dalla bestia.
    Forte, per me forse troppo….

  2. Sono convinta che Vita non sia solo una foresta. Lo voglio sperare, se per foresta s’intende un luogo da “trappola”. Voglio auspicare nella luce del giorno anche se si è conosciuto il buio più profondo…
    I tuoi pezzi sono sempre molto forti, Sergei, e li leggo sempre, con timore ma, con forte attrazione.
    5st.
    Sandra

  3. Ciao,
    come sempre vi ringrazio per i commenti!

    Purtroppo i nuovi racconti non li posso pubblicare perché sono impaginati in PDF tramite indesign e qui risulta quindi impossibile farlo 🙁

    Se vi interessa sono sul mio blog:
    http://sergei.splinder.com

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