Ti penso ancora io…
Come smettere non lo so,
Ti penso sempre io…
Uno dei tanti miei limiti
Che do tutto quel che ho
E poi rimango a contarmi i lividi
E come cambiare non lo so,
Proprio non lo so…
E tu non mi pensi più
Ma non mi devo meravigliare…
Sono io quello strano,
Tu invece sei quella normale…
Restare a casa oggi non mi va,
Passeggio solo per la città
Ma che freddo fa!
Ma non è il freddo che mi dà i brividi…
Sono le tue labbra di taffetà
Che sfiorano ancora i miei lividi
E a dimenticarle come si fa? (E se ancora vedo una Ka)
Ma come si fa?!
Ma tu non mi pensi più
Io non ci sto nemmeno male
Sono io quello strano,
Tu invece sei solo normale…
E dovrei essere egoista un po’ di più,
Invece di starmene a scrivere e pensare
Me lo dicevi anche tu,
Tu che sei così speciale…
La solitudine, non é una valida compagna. A volte si crea la necessità di stare un po’ in sua compagnia, ma alla fine, é bene scappare via e cercare altrove, allegria.
Un caro saluto.
Sandra
Io la proporrei come testo di una canzone. Con la musica giusta sarebbe molto bella. Ovviamente è bella anche senza. 5 stelle.
Due persone: una normale e una sensibile a ogni fruscìo dell’anima…
Chi dei due manca di qualcosa?
Un abbraccio
anna
Bella poesia merendero, un po’ in rima ed un po’ no.
Difficile scrivere in maniera così equilibrata quando si è ancora innamorati: tu però ci sei riuscito.
E se mi permetti un piccolo consiglio ricorda che anche tu sei sicuramente una persona speciale.
Tutti siamo un po’ speciali!
Un caro saluto e 5 stelle. QS-TANZ.
Grazie per i commenti… vorrei tanto che qualcuno mi scrivesse una musica su questa poesia che ha anche un ritornello… spero di trovare qualche musicista disposto 🙂
Un abbraccio a tutti
Amare e non essere corrisposti, è un gran tormento, ma la malattia e ti dà l’amore, è una droga della quale si fa male a starne senza. Però
ogni tanto conviene guarire, grazie del tuo messaggio, saluti EMA