In questo straordinario pomeriggio di inizio febbraio, incredibilmente soleggiato e caldo, ho deciso di uscire di casa, di passeggiare un po’ nel sole, di riprendermi dalla pigrizia che mi assale d’inverno e di fare le prove di primavera, anche se so che questo clima  dolcissimo è solo una tregua dal gelo, che è solo una brevissima pausa e che l’inverno ritornerà nel suo pieno vigore a giorni, a ore, per riprendere possesso di questa parte dell’anno a pieno titolo e con tutto il diritto che la natura gli concede.

Molti hanno avuto il mio stesso pensiero e il lungolago, spesso deserto in questi mesi invernali, si è animato in queste ore calde di persone che camminano, che stanno sedute al sole sulle panchine, che guardano il battello che fa la spola tra le rive opposte.

La mia attenzione è stata attratta da un gruppetto di bambini che corrono nel prato giocando tra loro e rincorrendosi; all’improvviso è sorta tra loro una lite: Marco, il più scalmanato, stanco, si è ritirato dalle corse a perdifiato e si è seduto sui gradini fermandosi e dichiarando che non vuole giocare più.

I suoi amici hanno iniziato a lamentarsi:  Ma come?  E dai! Vieni a giocare? Cosa fai lì seduto? Ma l’idea era stata tua! Non puoi adesso cambiare idea!

Marco, irremovibile non si è mosso dal posto in cui si  è sistemato e i suoi compagni a uno a uno hanno perso interesse al gioco e si sono seduti con gli occhi persi verso l’azzurro dell’acqua e del cielo, si sono messi a chiacchierare tra loro, si sono calmati e ripresi dalla sudata che correndo hanno fatto.

Marco e i suoi amici oggi mi hanno dato da pensare.

Quella loro protesta : NON puoi cambiare idea!, mi ha lasciata di stucco.

Siamo bersagliati nella nostra vita da una serie di sollecitazioni: sii serio, sii onesto, sii te stesso, pensa con la tua testa, non farti trasportare come paglia al vento, sii coerente…

Ma ci viene insegnato anche: segui i buoni consigli, aggiornati, non essere testardo, sii disposto a tornare sui tuoi errori, accetta le novità, solo i muli non cambiano mai idea…

Cambiare idea, quindi, è una cosa giusta oppure no?

Accettare l’idea che la nostra idea, il nostro modo di fare o di pensare può essere sbagliato è un merito o un demerito?

Marco ha fatto bene o male a cambiare idea? E’ giusto che abbia deciso che la sua stanchezza veniva prima di tutto, rispettando inevitabilmente se stesso, a scapito della frenesia degli amici non ancora del tutto stanchi e non abbastanza forti da dire per primi: Basta! Non ce la faccio più, cambiamo gioco?

Me lo chiedo leggendo i pareri più o meno vip – e stendiamo un pietoso velo su chi è una persona importante in questo nostro squarcio di tempo – che in questi giorni assaltano la diligenza del buon costume cercando di salirvi a bordo.

Nella lotta fratricida che si combatte sulle strade polverose di questo nostro Far West, i bianchi e i pellerossa si sparano tra loro.

E’ uno scontro di civiltà.

Tutte e due le parti in contesa rivendicano il ruolo del difensore del Sacro Principio, una specie di Defensor Fidei di passata memoria, anche se della Fede, quella vera, pare che a pochi ormai importi, quasi che il dire che da quella Fede non traiamo origini comuni in questo angolo di mondo, equivalga a darsi una botta di civiltà.

E mi colpiscono le donnine del saloon che, stufe di ballare il cancan e di mostrare le chiappe al  pubblico voglioso, vogliono dire la loro: hanno deciso che: basta! non se ne può più!

Sembra che abbiano cambiato idea: non vogliono più girare scollacciate e seminude tra i tavoli dei giocatori di poker mostrando le loro grazie ai puzzolenti tabacconi che mangiano fagioli, fumano sigari, non si lavano da secoli e palpano sederi con la stessa buona grazia di quando tastano le cavalle e le vacche delle mandrie che si muovono nelle pianure sconfinate.

Vogliono rispetto.

Hanno cambiato idea, il gioco di prima non piace più.

Qualcuno che è sempre attento al passato, rinfaccia la storia di molte di loro, ma è solo un’idiota chi, uomo o donna che sia, tenti di ricordare di continuo da dove costoro vengano, perché cambiare idea è un diritto.

Addirittura da qualche pagina di giornale echeggia verbosa la difesa dell’esercizio dell’antica professione per cui io do quella cosa a te in cambio del soldino che dai a me.

Uomini illustri, tuttavia,  hanno cambiato idea e non solo in tempi recenti e di banderuole pronte a girarsi dove il vento vuole.

Che dire di un Iacopone da Todi, gran figlio di sua madre (non meno che di suo padre) che dopo la morte improvvisa della moglie, scoprì che costei, pur di compiacerlo, faceva qualsiasi cosa per lui, ma portava sotto le vesti un cilicio? Ne fu sconvolto il gran Iacopone, si pentì della sua vita precedente, secondo i suoi modi di uomo medievale legato al suo tempo e troppo forti per le coscienze gentili che siamo riusciti a diventare, ma si pentì, cambiò idea su di sé e sul mondo che lo circondava e scrisse poi quel capolavoro di poesia e sensibilità che è “Il pianto della Madonna” che lascia insensibili solo chi è sordo e non sa leggere.

E che dire di quell’ ex bellimbusto, Fra’ Cristoforo, che pure cambiò idea e si pentì a tal punto di quel Ludovico che era stato, da arrivare ad essere insieme all’Innominato, altro bel campione di mascalzone e anima persa, l’esempio scritto e descritto del fatto che si può cambiare dentro e fuori e diventare uno dei personaggi più amati della nostra storia letteraria. Per non parlare poi di quel Manzoni che li creò entrambi e ripassandosi  la vita dell’Alessandro che era stato, si incamminò verso il Don Lisander che ambiva diventare.

Pochi esempi soli, ma che tutti conosciamo, che testimoniano che cambiare idea si può, è un diritto.

E non basta dire: Voi, che ne avete fatte quanto Carlo in Francia adesso dite che una rappresentazione della vita come quella che sta correndo non può non piacervi più, perché prima , fino a poco fa, lo avete accettato e permesso.

Ormai dovrebbe essere assodato che dopo la Rivoluzione Francese, se vogliamo persare solo in termini di Ragione, tutto può cambiare.

Mi fa piacere che qualcuno ha il coraggio, talvolta,  di cambiare idea.

Che qualcuno si  ricordi, per esempio, del rispetto e della rispettabilità.

Che qualcuno pensi che si possa andare oltre l’aspetto a tutti i costi.

Che addirittura si riparli di serietà di atteggiamenti e di costumi.

E’ un bel cambiamento.

Cambiare idea e comportamenti è faticoso, ma si può.

E’ un faticosissimo ritornare a chiederci chi siamo, cosa vogliamo, cosa ci ripromettiamo come meta e soprattutto quale prezzo siamo disposti a pagare per raggiungere i nostri obiettivi; non servono crociate, basta ripartire dall’educazione che impartiamo alle nostre figlie e ai nostri figli, dal senso che diamo alla nostra vita e al nostro agire.

Se è vero, infatti, che tutto ha un prezzo, non bisogna mai dimenticare che la rinuncia alle proprie idee, il mancato rispetto della propria identità e la convinzione che tutto si può raggiungere immolando la stima di sè, sono cose che hanno un prezzo carissimo.

8 pensiero su “Il diritto di cambiare idea”
  1. Certo che è possibile cambiare idea! Come faremmo altrimenti a vivere la nostra vita pensando di non poterla rinnovare, voltare pagina, rivedere il nostro quotidiano e non pensare di avere un’altra scelta, occasione o semplice rinnovo?
    Ed è vero anche che tutto ha un prezzo, ma quello che paghiamo per essere noi stessi, far valere la nostra dignità ed essere apprezzati per la nostra identità, beh… quel prezzo lì non ha numeri.
    Un bel pezzo, scritto da una Donna.
    Complimenti e 5st.
    sandra

  2. Certo che si può cambiare idea: è un diritto di tutti!
    Quello che conta però, è crederci davvero e non cambiare idea solo per seguire una moda.
    Un’altra cosa per me importantissima è quella di restare sempre se stessi.
    Grazie Anna per questa riflessione e 5 stelle.

  3. A volte cambiare idea permette anche di cambiare la visione del mondo.
    Talvolta l’essere capaci di cambiare prospettiva aiuta a trovare una soluzione al problema che ci sovrasta.
    Spesso cambiare idea è un’azione coraggiosa.
    Bello il proverbio di GiuseppeAntonio: solo gli stolti e chi si confonde nel mucchio non hanno il coraggio di pensare in modo nuovo.
    Grazie della lettura e dei commenti.
    anna

  4. Oh Anna! Mi piace tanto questa tua riflessione, me l’ero persa…..
    “Coerenza” quanto odio l’uso che si fa di questa parola. Devi comportarti con coerenza… devi fare discorsi coerenti… ma non hai coerenza?
    NO
    Voglio essere incoerente, senza limiti di pensiero, voglio dire che una cosa mi piace e avere il diritto di dire che non mi piace più. Sono stanca di chi registra le mie affermazioni per usarle contro di me come in tribunale, voglio cambiare idea, è un mio diritto. E ogni volta difenderò quell’idea con le unghie e con i denti, perchè sarà MIA!
    Grazie per avermi dato spazio per sfogarmi
    con affetto, e 5 stelle
    Tilly

  5. Molto bello!

    Mi è venuto però da riflettere su cosa sia, in realtà, la libertà di pensiero.

    A tal proposito vorrei citare un’affermazione di Schopenhauer: “Un uomo può fare come vuole, ma non può volere come vuole”.

    Penso, infatti, ci siano una serie di fattori esterni che portino l’uomo, inconsciamente, a fare un certo tipo di scelte o, comunque, a pensare in un certo modo.

    P.S. : la coerenza potrebbe stare proprio nel continuo cambio di opinione.

  6. Per Paolo:
    Certo, siamo figli del nostro tempo, qualunque sia il tempo in cui stiamo vivendo.
    Paghiamo anche lo scotto di usi e costumi che abbiamo alle spalle e sulle spalle.
    Cerchiamo, per lo più, l’omologazione e non si spiegherebbe altrimenti il perchè appartenere ad una corrente di pensiero o a un gruppo, anche solo di amici, contribuisca a dare sicurezza e forza, in quanto il gruppo, poi, protegge se stesso e chi gli appartiene.
    Ma l’originalità ha un suo valore precipuo.
    Anche la differenza, prima di essere criticata, va esaminata e valutata e, solo se deteriore, può, e forse deve, anche essere scartata.
    Il coraggio dei martiri, come diceva ieri Davide a commento del tuo testo ironico, se uno non lo ha, non se lo può dare; però, grazie a un tal Cristoforo Colombo che sosteneva la sfericità della Terra (seguendo un pensiero anticonformista ed elitario) l’Europa ha scoperto il Nuovo Mondo.
    Quanto ne siano stati scontenti gli Indiani mancati, lo sappiamo, ma per noi che siamo riusciti a non fare di Colombo carbonella da rogo, è stata un bel modo di cambiare idea.
    Grazie della lettura e ciao
    anna

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