Gocce che cadono all’interno di un vaso rotto. Il cuore pulsante sotto i muscoli tesi. Tagli lungo le braccia. Una polverosa soffitta. Libri accatastati uno sull’altro. Un libro. L’unico. L’immagine di un cristo morente. Una polverosa finestra tonda. Raggi si spandano nell’aria. Piccoli granelli di polvere si illuminano di nuovo. Pagine fitte di un diario che non verrà mai letto. Soffi rubati ad una ragazza. Occhi limpidi, gelidi sospiri. Brividi freddi lungo la schiena. Il potere delle parole. E dell’immaginazione. Poter fare tutto con il solo pensiero. Vedere morire il resto della vita. Dove solo il pensiero riesce ad arrivare. Il suo corpo oltre i vestiti. Dolci forme proibite. Sospiri. Apostasia. Apostata, e condannato ad un’altra vita. Ad un’altra morte. Per il volere di una ragazza. Delicate forme perfette, sotto i vestiti leggeri. L’atto in sé dell’amore, non ad incoronare il momento. Quale squallido esempio dell’azione umana. Senti il sospiro dell’altra. Pelle liscia sotto il tatto. Occhi socchiusi nella penombra. Sentire il suo corpo premere contro il tuo.

L’aveva presa fra le sue braccia, e in quell’attimo le loro labbra si erano toccate. Era stato un attimo, incerto, massima punta d’unione fra i due corpi. Poi i suoi occhi si erano chiusi, ad assaporare l’attimo di calma interna al suo corpo. L’aveva presa con sé, ed erano già stesi a terra. Il corpo di lei premeva contro il suo, ne sentiva le delicate forme. Quale momento più bello della sua vita, mentre lento il volto di lui scendeva allo splendido seno. Le labbra si fermarono al centro del petto.

L’odore delicato e fragrante. Un unico, lungo, bacio. Occhi chiusi. Sentire le sue mani fra i capelli. Scorrere lungo la schiena con le proprie. Forma perfetta, in un corpo così delicato. Sollevare il volto, e scoprire che è ancora più bella.

Aveva sollevato il volto, e gli era parsa ancora più bella. Aveva ancora gli occhi socchiusi, piccole perle luccicanti scendevano dalle palpebre. La baciò delicatamente, mentre la sua mano scendeva a slacciarne il reggiseno. Lentamente fu sopra di lui, e si trovò sdraiato per terra. Si chinò sopra di lui, e tutto fu immerso nell’ombra e nel colore e nell’odore dei suoi capelli. Ne sentì le labbra salate nuovamente sulle sue, mentre le mani già scendevano verso il basso. La sfiorò delicatamente, e in un primo tempo si ritrasse. Poi tornò verso di lui.

Non immaginava fosse così dolce. Le labbra scendevano lungo tutto il suo corpo. Le mani le seguivano. Avevano incontrato la sua femminilità. E le era piaciuto.

Ancora sopra di lui, la sua mano era infine arrivata a slacciargli i pantaloni. Si erano trovati nudi uno sull’altra, e la sua parte maschile era infine entrata dentro di lei. Si era mosso lentamente, ma lei aveva aumentato. Sentiva ora il corpo di lei poggiarsi e sollevarsi dal suo ritmicamente. Socchiuse gli occhi, mentre vedeva oltre di sé. Ne sentiva sempre di più il sospiro ansante. Riaprì lo sguardo, e lei si era sollevata, mostrandogli ora il suo seno. La sua testa era alta, verso il soffitto, gli occhi chiusi, e continuava a muoversi sopra di lui.

Quanto tempo è passato. E quanto ne passerà ancora. Il suo profumo. Il profumo della sua pelle. La dolcezza della sua mano sul corpo. Sottili dita che scorrono su di te. La delicatezza delle sue labbra. I raggi oltre la finestra. Polvere si solleva. Una afosa giornata di agosto. Lo scricchiolio delle assi. E infine, il momento.

Il momento in cui aveva lasciato che parte di sé scivolasse dal suo corpo dentro quello di lei, era stato l’apice massimo del piacere. Lei aveva continuato a muoversi sopra di lui, piccole perle di sudore a incorniciargli la fronte. Sembrava una regina in quell’attimo. Poi si era chinata sopra di lui, il seno l’aveva toccato nuovamente, e lui si era perso dentro i capelli dorati alla luce del sole. La bocca di lui era andata a fermarsi sulla sua guancia: l’aveva baciata, scendendo lungo il collo, i suoi sospiri contro il suo orecchio.

L’aveva amata. E non era stato solo per quello. Ma per tutto ciò che non si erano mai detti nel silenzio della loro camera.

Aveva continuato a muoversi sopra di lui, poi lentamente aveva iniziato a rallentare. Era infine scivolata dolcemente al suo fianco, e stesi uno di fianco all’altra, si guardavano negli occhi.

Era anche per i suoi occhi. Specchi di infiniti mondi immersi nel bagliore della loro luce, fulgide stelle bagnate dalla rugiada.

Si era accostato ancora una volta a lei, aveva poggiato le labbra sulle sue, e immersi in un abbraccio, erano rimasti soli nel caldo della soffitta.

 

3 pensiero su “Pensieri sparsi”
  1. Non è semplice descrivere così bene un incontro amoroso.
    L’autore scatta tanti fotogrammi e mette a fuoco il sapore dei baci, la luce del nudo nel buio della soffitta, il calore dei corpi, il racconto si “vede”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *