E’ giugno inoltrato,
soffia un vento caldo,
la serranda è abbassata.
Il sole che filtra nell’ombra
della camera rende l’aria infuocata,
ma il gelo dentro di noi sta avanzando.
Ti bagno le labbra
con una garza;
non riesci più a bere.
Ti rinfresco il viso
con una salvietta;
non riesci più a muoverti.
Ti prendo la mano
e la metto sulla mia guancia;
non riesci più ad accarezzarmi.
Poi mi stendo accanto a te,
e appoggio la testa sul tuo cuscino:
impossibile per entrambe riposare.
Il tuo respiro, sempre più rumoroso,
spezza il silenzio, che tagliente si conficca
nelle nostre anime già lacerate e provate.
Temevo da tempo questo momento.
La mia paura maggiore:
non poterti essere d’aiuto.
E’ probabile che tu non sia più cosciente,
ma i miei occhi sono nei tuoi,
anche se hai lo sguardo perso.
Vorrei tu capissi che ti sono accanto;
la tua mano è nella mia,
ma sei sempre più fredda: inizio ad avere i brividi.
Dentro di me, straziata dalla tua agonia, penso:
“dai che ce l’hai quasi fatta,
un ultimo respiro e tutto sarà finito”.
Il rantolo finale è poi arrivato.
Ricordo di aver chiesto a Paola:
– “E’ morta ?”
– “Sì”.
Pochi giorni prima, quando ti avevo portato nella mia camera facendoti vedere Sbirulino, Clementina e Chiodo per svagarti un po’, non sono riuscita a trattenere le lacrime: soffrivi tanto, ma con grande dignità affrontavi la malattia. Consapevole di ciò che ti aspettava, continuavi a preoccuparti di me; vedevi e sentivi già poco, ma alle mamme non sfugge mai niente e mi hai detto con gli occhi lucidi:
– “Cosa fai piangi?… Non devi piangere…” .
Provando allora ad assumere un tono di voce fermo ti ho risposto:
– “No, non sto piangendo…”
Mentendo, non sono però riuscita a ingoiare quel nodo di dolore che ancora mi toglie il respiro. Non è facile non piangere, ma ci proverò, perchè tu me lo hai chiesto…
CIAO PAQUITA.
Il dolore è straziante, anche perchè sappiamo che è quasi per tutti una via da percorrere. Certo, c’è chi ha più fortuna, e vola via veloce, ma non è da tutti e per tutti. Chi sa usare la penna però, trova conforto nelle parole che escono dal cuore.
Ciao.
Sandra
Paquita è stata e sarà sempre orgogliosa di te, piccola Gambi… ricordatelo! Piangi, ridi, disperati, balla, scrivi, gioca, ma VIVI… le mamme vogliono tutto il meglio per le loro bimbe!
Ho perso mia mamma il primo settembre e leggendo questa poesia ho rivissuto quello che è accaduto. Mi hai commosso con le tue parole, è esattamente quello che è successo a me. Le ultime parole di mia mamma, prima che fosse incosciente, sono state esattamente quelle che hai scritto, in milanese, ma il significato il medesimo, cosa fai piangi? Scusa mamma, non dovrei farlo, almeno per te, ma mi hai lasciato un vuoto incolmabile.
Ciao, Roberta!
Ben tornata tra noi!
Comprendo ora la tua lunga assenza.
Il tuo testo è essenziale, incisivo e scarno, ma arriva al cuore.
Un abbraccio.
anna
Ringrazio sentitamente Sandra, Marta, Laura ed Anna. Se hanno lasciato un commento è perchè sono state in qualche maniera colpite dalle mie parole e questo mi gratifica.
E’ tremendo questo dolore, brutto, feroce.
Sono passato anch’io dallo stesso sentiero 5 anni fa e mi fa male ancora adesso.
Un abbraccio. QS-TANZ.
È difficile trovare parole di conforto per un dolore così!
Forza Roberta,
porta sempre con te l’amore per Paquita e guarda il futuro con occhi di bambino
adesso è arrivato il momento di credere nella vita!
PIPOTTO
Non mi spaventa ciò che afferma QS-TANZ, che a distanza di anni ancora sente dolore; so già che sarà così anche per me. Consapevole che il dolore non se ne andrà mai, ritengo però che col tempo, da feroce possa diventar più mansueto. Quando domeremo questa belva che ci ha ferito profondamente, avremo finalmente interiorizzato la perdita e i bei ricordi della persona a noi cara ora così disperatamente cercati ma non trovati, finalmente riaffioreranno.
PIPOTTO mi consiglia di guardare il futuro con occhi di bambino; una grande verità non facile da mettere in pratica. Ammiro coloro che ci riescono. La spontaneità dei sentimenti e delle azioni non condizionate o premeditate, la curiosità insaziabile di scoprire ciò che la vita può offrirti, sia nel bene che nel male, la giocosità dei pensieri che alimenta la serenità, sono solo alcuni elementi del mondo dei piccoli che aiutano ad affrontare le difficoltà della vita e a maturare. Siamo adulti, questo è vero, ma non si finisce mai di crescere.
Ringrazio QS-TANZ per la lettura ed il commento.
Saluto in modo particolare PIPOTTO, che nei momenti difficili mi è stato molto vicino.
Che grande dolore Roberta, ti capisco perfettamente, ho pianto leggendo le tue parole, mia madre è morta dieci anni fa, e il suo ricordo in me è vivo, sempre. Ti abbraccio col cuore. Betta
Grazie Betta. Ricambio il tuo abbraccio, che sento vero e sincero.
Sono capitato su questo testo per caso, andando alla ricerca dei lavori in attesa di pubblicazione… tra l’altro ho notato che per un lungo periodo non hai più pubblicato, cos’è successo?
Questo racconto-poesia è molto commovente perché mette il lettore nelle condizioni di sentire lo stesso dolore provato dall’autrice, magari per circostanze diverse, o anche simili.
Per me è stata mia madre e devo dire che a distanza di trentacinque anni il ricordo è sempre vivo. Io sono riuscito a scriverne (una poesia) solo tre anni fa… non avevo osato cimentarmi con un ricordo tanto importante. Brava… molto apprezzato questo componimento. Ciaociao
Non sono certo una scrittrice di mestiere e quelle poche volte che ho scritto l’ho fatto sempre perchè il dolore e la sofferenza che avevo dentro volevano in qualche modo venir fuori.
Non ho più pubblicato per un lungo periodo, perchè tutte le mie forze ed energie erano rivolte a mia madre. Tuttora mi chiedo come possa esser stata in grado di sottoporre anima e corpo a sacrifici così grandi; ne porto ancora i segni, credimi. Ma rifarei tutto, ed anche di più se ne fossi stata in grado, ma penso veramente di aver dato il massimo e di questo sono “contenta”. Forse è proprio la consapevolezza di non essermi risparmiata in nulla che non mi fa avere alcun rimpianto su come è stato gestita questa lunga e terribile malattia.
Ogni volta che leggo questi miei versi, mi si riempono gli occhi di lacrime e mi prende quel nodo alla gola che toglie il respiro… chissà ancora per quanto tempo ciò accadrà…. Sicuramente, come anche tu dici Jack, sono parole che arrivano ai lettori. Da una parte mi spiace che trasmettino il mio dolore, ma purtroppo mi fanno capire che certe situazioni solo se effettivamente vissute possono essere descritte in modo sentito e coinvolgente.
Grazie per la lettura ed il commento Jack.