Scende giù,
giù
fino al mare,
una via.
Una via
tra la roccia e il mare.
Silenziosa e solitaria
va,
e nessuna luce di lampione
falcia e ferisce
le sue ombre e i suoi passi
di pietra.
Ma lontana,
insieme alle altre,
come tante fiaccole accese
sulla riva opposta
galleggia…
galleggia
tra la musica e il vento.
Tra la musica e il vento…
C’è solo un trabucco,
un vecchio trabucco di legno,
avvolto nel buio della notte,
che getta ancora le sue reti
nelle acque scure e argentine
e una luna, sù,
bianca e vanitosa,
che getta i suoi riflessi
tra mille riflessi.
Mille riflessi e
mille stelle,
che scendono giù,
giù,
fino al mare.
Fino
al mare…
Bella, con un sapore che ricorda l’estate andata, ma la Luna è sempre vanitosa, in tutte le stagioni…
Ciao.
sandra
L’immagine del trabucco che sta, con ogni tempo e immobile, come sempre, con la sua storia di uomini e di vite spese sul mare, è magica.
Un angolo di luoghi che conosco e che conservano la bellezza sicura e placida del panorama di mare costante e pur sempre mutevole.
Un abbraccio
anna
Piacevole e d’effetto. Un caro saluto. QS-TANZ.
Grazie per la lettura e per le bellissime parole!
Un abbraccio!
Bellisima questa poesia, sono daccordo con sandra, fa ricordare l’estate!
Grazie mille Francy per la lettura e il commento.
Buona Pasqua!
Un abbraccio!